Giorno: 3 Settembre 2012

"Passaggio alla Legge Fornero. Migliaia di precari senza tutele", di Bianca Di Giovanni

Sospendere la riforma del lavoro, elaborare correzioni e poi tornare a votarla. Questa la posizione della Cgil sul testo Fornero, dopo un primo monitoraggio dei «guasti» che la legge sta provocando. «È la prima volta che una legge così importante è stata votata con 4 fiducie – dichiara Serena Sorrentino, segretario confederale a Corso d’Italia – Tutte le forze politiche hanno espresso perplessità, denunciando lo stato di necessità in cui è stata votata. Oggi forse è il caso di riflettere». Elsa Fornero non è dello stesso parere. La ministra propone invece un monitoraggio di un anno e poi in caso le eventuali modifiche. «E nel frattempo cosa diciamo a chi perde lavoro o addirittura l’indennità di disoccupazione?», chiede Sorrentino. In effetti ad essere colpiti già in queste settimane sono proprio quegli atipici e discontinui a cui la ministra intendeva offrire il suo nuovo modello di welfare. È un paradosso, ma è così. In questi giorni di «interregno» tra nuove e vecchie norme si stanno producendo danni al loro reddito, e anche alle loro prospettive di …

"Gli errori del Ministro", di Raffaele Simone

Dopo il marasma dei quesiti mal formulati nelle prove del cosiddetto Tfa (indispensabili per accedere al “concorsone” per insegnanti), il ministro Profumo risponde alle generali proteste pubblicando in rete i nomi degli estensori. Si tratta di un centinaio di persone, che, essendo sconosciute ai più, corrono al massimo il rischio di suscitare qualche risatina nel proprio condominio. Basta pubblicare quei nomi per ricomporre la gigantesca figuraccia? Direi di no, anche perché quella del Tfa non è che l’ultima di una serie di infortuni, non tutti conosciuti, in cui è incappata la gestione attuale del ministero. Il primo fu, alla fine del 2011, la pubblicazione del bando per il finanziamento della ricerca universitaria di interesse nazionale (i cosiddetti fondi Prin), presentato dopo anni di plumbea indifferenza gelminiana. Il bando conteneva però tali restrizioni per i richiedenti che il ministero fu costretto a fare un goffo passo indietro allargando in extremis i criteri per l’accesso. Comunque, il meccanismo di selezione dei progetti risultò talmente macchinoso che ancora si attendono i risultati. Non basta. Qualche mese dopo fu …

"Gli errori del Ministro", di Raffaele Simone

Dopo il marasma dei quesiti mal formulati nelle prove del cosiddetto Tfa (indispensabili per accedere al “concorsone” per insegnanti), il ministro Profumo risponde alle generali proteste pubblicando in rete i nomi degli estensori. Si tratta di un centinaio di persone, che, essendo sconosciute ai più, corrono al massimo il rischio di suscitare qualche risatina nel proprio condominio. Basta pubblicare quei nomi per ricomporre la gigantesca figuraccia? Direi di no, anche perché quella del Tfa non è che l’ultima di una serie di infortuni, non tutti conosciuti, in cui è incappata la gestione attuale del ministero. Il primo fu, alla fine del 2011, la pubblicazione del bando per il finanziamento della ricerca universitaria di interesse nazionale (i cosiddetti fondi Prin), presentato dopo anni di plumbea indifferenza gelminiana. Il bando conteneva però tali restrizioni per i richiedenti che il ministero fu costretto a fare un goffo passo indietro allargando in extremis i criteri per l’accesso. Comunque, il meccanismo di selezione dei progetti risultò talmente macchinoso che ancora si attendono i risultati. Non basta. Qualche mese dopo fu …

"Fuga dalla scuola. Un ragazzo su cinque senza diploma", di Valentina Santarpia

Due ragazzi su dieci in Italia non riescono a ottenere un diploma. Per combattere la dispersione scolastica, che resta un problema serissimo del nostro Paese, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un bando che punta ad abbattere l’abbandono degli studi nelle regioni più a rischio: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove saranno distribuiti fondi europei per 25 milioni di euro entro il 2014 e investiti altri 75 milioni messi a disposizione dal ministero dell’Interno per risistemare strutture sportive, teatrali, ricreative. I dirigenti scolastici, i sindaci, gli assessori possono chiedere di partecipare fino al 15 settembre (info: www.istruzione.it), elaborando progetti in collaborazione con associazioni culturali: l’obiettivo è quello di seguire e stimolare bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni, fino alla fine dell’obbligo scolastico. I dati ci dicono che 52 mila ragazzi nel 2011/2012 si sono iscritti a una scuola secondaria (liceo o istituto tecnico) ma poi non hanno portato a termine l’anno scolastico: perché si sono trasferiti e poi non hanno più frequentato (28.800), perché si sono ritirati (2.200), perché hanno abbandonato senza formalizzare la …

"Fuga dalla scuola. Un ragazzo su cinque senza diploma", di Valentina Santarpia

Due ragazzi su dieci in Italia non riescono a ottenere un diploma. Per combattere la dispersione scolastica, che resta un problema serissimo del nostro Paese, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un bando che punta ad abbattere l’abbandono degli studi nelle regioni più a rischio: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove saranno distribuiti fondi europei per 25 milioni di euro entro il 2014 e investiti altri 75 milioni messi a disposizione dal ministero dell’Interno per risistemare strutture sportive, teatrali, ricreative. I dirigenti scolastici, i sindaci, gli assessori possono chiedere di partecipare fino al 15 settembre (info: www.istruzione.it), elaborando progetti in collaborazione con associazioni culturali: l’obiettivo è quello di seguire e stimolare bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni, fino alla fine dell’obbligo scolastico. I dati ci dicono che 52 mila ragazzi nel 2011/2012 si sono iscritti a una scuola secondaria (liceo o istituto tecnico) ma poi non hanno portato a termine l’anno scolastico: perché si sono trasferiti e poi non hanno più frequentato (28.800), perché si sono ritirati (2.200), perché hanno abbandonato senza formalizzare la …

"Il cortocircuito dell’insulto", di Nadia Urbinati

Beppe Grillo è sceso in campo contro gli “aizzatori di professione” nei suoi confronti e nei confronti del MoVimento 5 Stelle, denunciando il linguaggio “fragoroso” e “indecente” che non alimenta la discussione sulle cose, ma ha per obiettivo l’insulto, l’isolamento, la distruzione dell’avversario. Odio e violenza verbali hanno scandito la nostra storia politica in questi anni di transizione. Anni di transizione incompiuta dalla democrazia dei partiti di massa a qualcosa di cui nessuno sa ancora vedere i contorni, da quando odio e violenza erano domati all’interno di narrative ideologiche che consentivano a chi le condivideva di imbastire discorsi, nei quali gli avversari non erano le persone ma le idee per le quali le persone si spendevano. La politica delle idee è una politica di civiltà perché induce i cittadini a trascendere la dimensione personale — a comportarsi e sentirsi come rappresentanti delle idee che condividono; ad avere avversari, mai nemici da distruggere. Dalla fine dei partiti tradizionali questa civiltà della rappresentanza, della separazione tra dimensione personale e dimensione politica è decaduta. L’antipolitica è una conseguenza …

"Il cortocircuito dell’insulto", di Nadia Urbinati

Beppe Grillo è sceso in campo contro gli “aizzatori di professione” nei suoi confronti e nei confronti del MoVimento 5 Stelle, denunciando il linguaggio “fragoroso” e “indecente” che non alimenta la discussione sulle cose, ma ha per obiettivo l’insulto, l’isolamento, la distruzione dell’avversario. Odio e violenza verbali hanno scandito la nostra storia politica in questi anni di transizione. Anni di transizione incompiuta dalla democrazia dei partiti di massa a qualcosa di cui nessuno sa ancora vedere i contorni, da quando odio e violenza erano domati all’interno di narrative ideologiche che consentivano a chi le condivideva di imbastire discorsi, nei quali gli avversari non erano le persone ma le idee per le quali le persone si spendevano. La politica delle idee è una politica di civiltà perché induce i cittadini a trascendere la dimensione personale — a comportarsi e sentirsi come rappresentanti delle idee che condividono; ad avere avversari, mai nemici da distruggere. Dalla fine dei partiti tradizionali questa civiltà della rappresentanza, della separazione tra dimensione personale e dimensione politica è decaduta. L’antipolitica è una conseguenza …