Quando c’è stato il test di ammissione a Medicina alla Cattolica, ad aprile, sull’Aurelia a Roma c’erano 22 km di coda per le auto che si dirigevano verso la sede dell’esame. La scorsa settimana, alle prove del Campus biomedico, i candidati erano così tanti che i quiz sono stat spostati alla Fiera di Roma perché l’ateneo non aveva abbastanza aule disponibili. E all’università di Palermo, in vista della sfida a suon di crocette di martedì prossimo, hanno già predisposto «speciali misure di sicurezza». Bastano questi tre esempi per avere un’idea della massa di studenti che anche quest’anno sta cercando disperatamente di indossare un camice bianco e intraprendere un corso di laurea in Medicina e chirurgia.
Secondo le stime di Angelo Mastrillo, docente dell’università di Bologna e membro dell’Osservatorio conferenza nazionale dei corsi di laurea Facoltà di medicina e chirurgia, saranno 77 mila i diplomati che martedì 4 settembre sosterranno gli esami per cercare di accaparrarsi uno degli 11 mila posti disponibili (10.173 per Medicina e chirurgia e 931 per Odontoiatria) a cui vanno aggiunti i 557 posti riservati agli extracomunitari, che quest’anno verranno assegnati agli italiani nel caso non ci fossero stranieri idonei. La vera novità di quest’anno è che le graduatorie saranno basate su gruppi di atenei nella stessa regione.
Nel totale le domande presentate su tutte le 41 università sono circa 97 mila, perché vanno messe nel conto anche le 15 mila confluite sulle tre università non statali (Milano S.Raffaele, Roma Campus e Roma Cattolica): complessivamente poco meno dei 98 mila dell’anno scorso (-0,9%). Considerando che spesso gli studenti tentano sia la chance dell’università privata che quella pubblica, si stima che ci saranno 8 candidati per ogni posto. Dopo il test in italiano, il 5 settembre, sarà la volta del test per i candidati al corso di Medicina in inglese (circa 4.000 iscritti in tutta Italia), mentre il 6 è la data per i futuri architetti (8.720 posti), il 10 per gli aspiranti veterinari (918), l’11 per le professioni sanitarie (circa 27 mila posti per 22 profili professionali che vanno dagli infermieri agli ostetrici ai logopedisti ai fisioterapisti).
Il boom di richieste degli aspiranti medici è naturalmente piovuto sugli atenei più importanti. Alla Statale di Milano ci sono 3.126 studenti che aspirano a 370 posti. Alla Bicocca ci sono 1.180 candidati per 135 posti: in linea con l’anno scorso (quando c’erano 1.149 aspiranti) ma con un vero boom di iscrizioni al femminile, 736, il 62%. Alla Sapienza di Roma concorreranno in 6.833, per 997 posti, con un rapporto di 6,8 aspiranti per ogni posto. All’università di Pavia ci sono 1.448 iscritti per 210 posti (medicina in italiano) più 20 (odontoiatria), e altri 1.524 che proveranno il test in inglese per 100 posti. All’università di Napoli Federico II, per 436 posti totali, ci saranno 3.831 candidati, un po’ meno rispetto all’anno scorso, quando erano 3.831. A Pisa, per 280 posti, ci sono 1.969 iscritti ai test di ammissione. A Palermo ci sono 3.365 ragazzi pronti a sfidarsi per uno dei 400 posti messi «in palio»: severissime le regole di partecipazione ai test, che si svolgeranno in ben 22 aule con oltre 250 persone addette alla sorveglianza per garantire sicurezza e ordine. Nell’università siciliana, dove è stato deciso di mettere il numero chiuso a tutti i corsi di laurea, alla data di scadenza di iscrizione ai test c’erano oltre 26 mila candidati, per 10.261 posti disponibili nella varie facoltà. E non è un’eccezione: con il 33% di corsi a numero chiuso in tutta Italia, l’accesso all’università non è più scontato. Non c’è da meravigliarsi che, secondo un sondaggio di Universinet.it su 13.500 risposte on line, i candidati ammettono che sarebbero disposti a tutto per essere ammessi: il 49% per una raccomandazione offrirebbe addirittura una prestazione sessuale.
Il Corriere della Sera 02.09.12
Pubblicato il 2 Settembre 2012