"Unione politica il traguardo e non l'alibi per stare fermi", di Giuliano Amato
Bando, allora, alle ubbie federaliste, alle visioni che non risolvono i problemi immediati e, in nomine Draghi, immergiamoci a testa bassa nelle cose che già stiamo facendo, alla maniera di Gurdulù, il mitico personaggio del «Cavaliere inesistente» di Calvino! Se è questo il succo che ricaviamo dall’articolo pubblicato questa settimana su Die Zeit da Mario Draghi, temo che andiamo ben oltre ciò che è giusto e utile ricavarne. È vero, nell’articolo ci sono, sul tema dell’unione politica, due passaggi che colpiscono: il primo è che dobbiamo sottrarci ad una rigida scelta binaria fra il ritorno al passato e gli Stati Uniti d’Europa. Il secondo è che non è il caso di mettere l’asticella troppo alta ed è meglio perciò lavorare su obiettivi più modesti. È una critica a chi, come me, è venuto predicando la necessità degli Stati Uniti d’Europa? Forse, ma se leggo i due passaggi nel discorso complessivo di Draghi e penso alle sue preoccupazioni, arrivo io stesso a concludere che nei suoi panni proporrei più o meno le stesse priorità. La prima …