Mese: Agosto 2012

"Anticorruzione una riforma senza scambi", di Carlo Federico Grosso

Il ministro Severino, alla ripresa dei lavori del governo, ha fatto il punto sulle riforme possibili in materia di giustizia. Ancora una volta le idee del ministro mi sono sembrate in larga misura condivisibili: priorità assoluta allo smaltimento dei processi civili e alle norme anticorruzione, anche per rispondere positivamente alle sollecitazioni europee. Poi si vedrà. Questa calendarizzazione mi sembra importante. Durata irragionevole dei processi civili e dilagare della corruzione costituiscono due piaghe che, unitamente alle lungaggini della burocrazia, contribuiscono a rendere l’Italia un luogo poco appetibile per le imprese e a danneggiare pertanto la sua economia. Non stupisce pertanto che siano individuate come priorità da un governo che si prefigge, appunto, il risanamento economico del Paese e la sua uscita dalla crisi, costituendo la durata eccessiva delle controversie civili e la corruzione oneri aggiuntivi molto pesanti per chi intende intraprendere un’attività imprenditoriale o commerciale. I numeri della giustizia civile forniti ieri da «La Stampa» sono drammatici: cinque milioni e mezzo di processi pendenti al 30 giugno 2011, oltre quattro anni la durata media di un …

"E' rischioso giocare col voto", di Ilvo Diamanti

Ancora un anno fa, vennero raccolte oltre un milione di firme per abrogare il Porcellum. Inutilizzate, perché la Corte costituzionale dichiarò il referendum inammissibile. Da allora, il dibattito non si è fermato un secondo. Spinto dalle ripetute esortazioni del presidente della Repubblica Napolitano. Sin qui, senza esiti. Nonostante si sia, ormai, al limite dei tempi consentiti per votare con una nuova legge. Peraltro, non è facile capire di cosa si discuta. Perché i margini di incertezza, intorno al progetto, sono ancora ampi. Visto che si parla di un premio di maggioranza, ma non si sa se attribuirlo alla coalizione o al partito che ottiene più voti. E non è chiaro come ripartire i seggi: in base a collegi uninominali oppure mediante il ritorno al proporzionale e alle preferenze. Oppure, ancora, attraverso collegi uninominali proporzionali. Combinando le preferenze con un listino a candidature “bloccate”. Insomma, si arriverà a un nuovo sistema elettorale. Forse. I cui risultati non sono prevedibili. Da nessuno. Neppure dai negoziatori e dalle forze politiche che essi rappresentano. Una riforma elettorale “preterintenzionale”, come …

"La scuola, il merito e gli errori da evitare", di Miguel Gotor

Il Governo ha deciso di reintrodurre il concorso per scegliere i nuovi insegnanti. Una buona notizia che giunge tredici anni dopo l’ultimo esame di Stato, celebrato nel 1999. In tale lasso di tempo si è consumata una triste stagione per la scuola italiana, in cui si sono avvicendate una serie contraddittoria di modalità di selezione, dalle Ssis, alle lauree abilitanti, al Tfa, rivelatesi insufficienti e parziali. Una vera e propria ipertrofia formativa, su cui si è sadicamente esercitato il pedagogismo più deteriore, che ha caricato l’università italiana di compiti professionalizzanti difficilmente sostenibili. In questi anni si sono nevroticamente attivati due dispositivi retorici. Il primo ha riguardato l’abuso di nobili concetti come riforma e riformismo, i quali hanno perduto il loro valore positivo perché sono serviti in realtà a ridurre le opportunità di lavoro, che si è sempre più precarizzato e dequalificato, e a tagliare le risorse in favore della scuola pubblica, già storicamente inferiori alla media europea. Il secondo ha interessato l’ideologia del merito che accompagna da sempre la propaganda di ogni processo di selezione …

"Boccata d'aria con il concorso. Ma la scuola resta senza soldi", di Marina Boscaino

Valutazione e reclutamento. Da anni due temi centrali per la scuola, che il Consiglio dei Ministri ha affrontato in 9 ore nel piano di fine legislatura. “Rivoluzione nella scuola. Concorso e 30 mila assunti”, titola oggi la pagina web di Repubblica. E sulle pagine di quel giornale si parla anche di un ulteriore “traguardo storico: l’approvazione del regolamento che rende operativo il Sistema Nazionale di Valutazione, a 11 anni dalla sua ideazione”. Su quest’ultimo tema Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, è stato chiaro, denunciando “zero confronto e zero risorse”. Ma torniamo al concorso e alle cifre dichiarate: è innegabile che la notizia di un provvedimento per il reclutamento dei docenti, dal momento che non ne veniva bandito uno dal ’ 99, rappresenti una novità positiva per il Paese e per la scuola. Ma cosa configura davvero l’annuncio del governo (perché di questo si tratta, fino alla verifica da parte del Mef dell’effettiva disponibilità economica)? Ogni anno vengono assunti insegnanti: si tratta del necessario e fisiologico turn over determinato dalle tante condizioni che possono portare …

"La città delle donne senza volto sfigurate per aver detto di no", di Ettore Mo

Bruciate con l’acido da mariti gelosi o fidanzati respinti Viaggio a Satkhira, il villaggio-ghetto del Bangladesh. Neanche un mese e la sua amorevole zia aveva già pensato di lubrificarlo con qualche goccia di acido solforico e rispedirlo in paradiso. Motivo? La gelosia che la donna nutriva nei confronti della sorella (o cognata) per aver messo al mondo un maschietto, mentre a lei era toccata in sorte soltanto una bambina. Cose che avvenivano e tuttora avvengono nel Bangladesh, uno dei più popolosi Paesi asiatici (140 milioni di abitanti), dove fin dalla più tenera età la condizione delle donne sembra essere tra le più ardue del mondo: condizione che non si esaurisce nel tumultuoso e affollato «girone» delle prostitute, indagato nel precedente reportage, ma riguarda tutti gli aspetti del vivere quotidiano. Delitti e regolamenti di conti in questa remota contrada, chiusa fra India e Birmania e affacciata sul Golfo del Bengala, sono per lo più provocati da promesse di matrimonio non mantenute o da dispute su case, terreni e interessi economici di vario genere. Una specie di …

"Più stato nel mercato? A condizioni diverse dal passato", di Emilio Barucci

Serve «più Stato nel mercato» per uscire dalla crisi economica come titolava l’Unità qualche giorno fa? Proviamo ad affrontare la questione in modo concreto senza cadere nell’indeterminatezza. Altrimenti si rischia di trasformare un punto programmatico qualificante di una sinistra di governo in un auspicio che è buono solo per la campagna elettorale. Dopo anni in cui si è sostenuto che un dimagrimento del pubblico sarebbe stato un bene di per sé, sarebbe assurdo non riconoscere che si esce dalla crisi anche ridiscutendo il confine tra Stato e mercato. Andiamo per ordine. In primo luogo, siamo davvero sicuri che la crisi segni la fine del liberismo? Ammesso che si possa parlare di pensiero unico liberista, è difficile credere che la parte meno ideologica del suo messaggio non sia più attuale. La crisi porterà a ripensare la regolazione del sistema finanziario ma non si tornerà indietro dalla liberalizzazione dei mercati e dalla concorrenza come cardine del funzionamento dell’economia, anche l’intervento del pubblico alle stesse condizioni del privato non sembra essere in discussione. Sulle privatizzazioni in Italia, occorre …

Bersani: «Noi siamo zombie? Sfidiamo i fascisti del web», di Simone Collini

Bersani apre la Festa nazionale di Reggio Emilia e sfida Grillo: «Ci dicono zombie? È un linguaggio fascista. Invece di offenderci sul web vengano qui a dirlo». Sul piano Monti per la crescita il leader Pd sostiene che vanno bene gli impegni ma «ora serve più concretezza». E sulla legge elettorale: cambiare il Porcellum è possibile. Verso il 2013 c’è bisogno di una «scossa civica» perché il Paese ha bisogno dei riformisti per battere la destra. «In un momento difficile come questo bisogna che tra le persone ci sia un po’ di fiducia. Ma la fiducia viene dalla concretezza». Pier Luigi Bersani arriva a Reggio Emilia all’indomani del Consiglio dei ministri dedicato alla crescita. Sorride, il leader del Pd, mentre sotto un sole che non concede tregua taglia il nastro tricolore e dà il via alla Festa nazionale del suo partito. Ma, scattati i flash delle macchine fotografiche, il ragionamento che svolge presenta più ombre che luci. Dice che la riunione di venerdì a Palazzo Chigi è stata «più di intenzioni che di decisioni». Alcune …