Mese: Agosto 2012

"Teppisti, non contestatori", di Sergio D'Antoni

Ladri di diritti. Sabotatori. Nemici dei lavoratori Ilva. I responsabili del blitz che ieri ha tentato di rovinare la manifestazione unitaria possono essere chiamati in molti modi, ma non “contestatori”. Chi contesta, anche duramente, usa gli strumenti della dialettica e della democrazia. Sostiene tesi e propone alternative, rimettendole al voto e al giudizio dei più. Quando la protesta si riduce ad azione violenta e si rivolge contro quegli operai che si pretenderebbe persino di rappresentare, allora diventa puro teppismo. O, peggio, deliberata e destabilizzante strategia antisistema. Piena solidarietà, dunque, ai leader dei tre sindacati, che hanno coraggiosamente deciso di concludere i loro interventi, dando forza agli strumenti del confronto alla rappresentanza democratica. E, soprattutto, pieno sostegno alle migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno dato forma a una lotta puntuale, pacifica, composta, ma non per questo meno dura. La responsabilità di queste persone conferisce una forza formidabile ai loro argomenti. A cominciare dal fatto che l’Ilva non può e non deve assolutamente chiudere. Serrare quei cancelli metterebbe per strada oltre 20mila lavoratori, tra dipendenti e …

"Prima vittoria "Quota 96". Pensioni negate ai docenti, Ministero condannato per abuso di potere", da orizzontescuola

Il tribunale di Oristano ha dato ragione a quei docenti che si sono visti negare la pensione a causa della riforma Fornero che non prendeva in considerazione le peculiarità del sistema pensionistico per i docenti, che segue l’anno scolastico e non solare. Ringraziamo l’avvocato Naso per averci fornito la sentenza. I ricorrenti hanno chiesto al giudice del lavoro di annullare gli effetti della legge Fornero relativamente a quanti avrebbero conseguito l’età pensionabile il 1 settembre 2012 e ai quali era stato impedito di andare in pensione a causa della riforma pensionistica. Infatti, il Decreto del Presidente della Repubblica del 28 aprile 1998, numero 351, dispone che il collocamento a riposo del personale scolastico decorra dall’inizio dell’anno scolastico accademico successivo alla data di presentazione della domanda amministrativa di collocamento a riposo. I ricorrenti lamentavano che per effetto della riforma pensionistica veniva pregiudicato il loro diritto al collocamento in quiescenza subendo l’applicazione delle nuove più gravose disposizioni. E chiedevano la disapplicazione, in quanto illegittima, della circolare ministeriale n. 23 del 12 marzo 2012 emanata dal MIUR. Il …

"Ferie negate ai precari, il Miur temporeggia ma i sindacati fanno blocco", di Alessandro Giuliani

Viale Trastevere, su ordine del Mef, attende l’esito del dl sulla spending review: nel frattempo la liquidazione delle ferie resta sospesa in via prudenziale. I rappresentanti dei lavoratori pronti a ricorrere in tribunale: leso l’art. 36 della Costituzione. È bene che Governo e ministeri di competenze sappiano che l’intenzione di rendere retroattiva la norma che blocca il pagamento delle ferie maturate dal personale precario, in via di approvazione definitiva assieme al decreto sulla spending review, costerà all’avvocatura dello Stato una notevole mole di tempo e di lavoro. Tutti i sindacati si stanno infatti muovendo, con l’intenzione di dare battaglia sino in fondo. A costo di portare la questione davanti ai giudici dei tribunali. Il paradosso, sostengono i rappresentanti dei lavoratori e anche gli addetti ai lavori , è che per coloro che hanno svolto una supplenza sino al termine delle lezioni o al 30 giugno scorso si profilerebbe uno scenario beffardo: non usufruire dei due giorni e mezzo, circa, accumulati ogni mese e non percepire il corrispettivo economico, come avvenuto sino ad oggi. Mentre per …

"Cassaintegrati, boom a luglio: in un anno +44%", di Melania Di Giacomo

Siamo già a 640 mila ore di cassa integrazione autorizzate quest’anno, con luglio che registra un vero record con 115 milioni di ore: viaggiamo sui livelli dell’anno nero 2010, quando fu sfondata quota un miliardo e duecentomila ore di cassa richieste dalle aziende. Il bollettino dell’Inps sugli ammortizzatori sociali è uno degli strumenti più veritieri per misurare lo stato di salute del nostro sistema economico. E i dati, che fanno il paio con quelli sulla disoccupazione al 10,8%, segnalano una grande sofferenza. Con la recessione che — secondo le stime aggiornate ieri dalla Confcommercio — si protrarrà anche al prossimo anno: in conseguenza di un andamento peggiore dei consumi, al -2,8%, e della «caduta profonda» degli investimenti (-6,5%), quest’anno il prodotto interno lordo segnerà il -2,2% (dal -1,3% delle previsioni di marzo), mentre nel 2013 calerà ancora la ricchezza prodotta, allo -0,3% (dallo zero). «Il sistema produttivo — dice il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua — mostra ancora forti segni di debolezza; si poteva sperare che il 2010 fosse stato il punto più basso della crisi», …

Il centrosinistra in Italia è la stabilità della prospettiva europea

Il Segretario del PD Bersani, il leader spagnolo del Psoe, Alfredo Pérez Rubalcaba e la vicesegretaria Elena Valencian, hanno tenuto un incontro e una conferenza stampa congiunta, presso la sede nazionale del Partito, per discutere sulla crisi economica che accomuna i due Paesi fratelli, Italia e Spagna. “Per affrontare la crisi è necessario che la politica rialzi la voce, altrimenti non ne veniamo fuori”, ha dichiarato il Segretario del PD Pier Luigi Bersani , parlando delle risposte da dare alla crisi dopo l’incontro con il leader socialista spagnolo del Psoe, Alfredo Perez Rubalcaba e la vicesegretaria Elena Valenciano , presso la sede nazionale del Partito. “Siamo Paesi fratelli e Partiti fratelli e siamo molto preoccupati”. Bersani durante la conferenza stampa, assieme al segretario del Psoe, ha commentato l’ esito della riunione del board della Bce . “L’andamento della riunione della Bce ci lascia preoccupati perchè temiamo e abbiamo la percezione che la opinione pubblica europea e internazionale abbia inteso parole forti ma decisioni precarie e deboli. L’unica strada – ha proseguito il Segretario democratico – …

"Quello spread tra regole e speranze", di Franco Bruni

Ieri Draghi ha deluso i mercati. C’è stato qualcosa di troppo nelle aspettative suscitate dalle sue affermazioni della settimana scorsa, oppure c’è stata qualche inadeguatezza nelle decisioni di ieri. Forse un po’ di entrambe le cose: nel discorso di Londra non è stata ascoltata l’insistenza con cui sottolineava che Francoforte sarebbe intervenuta con forza ma rimanendo «nell’ambito del suo mandato»; ma è possibile che lo stesso Draghi sperasse di ottenere maggior consenso, subito, attorno a qualche prima mossa concreta, che confermasse le intenzioni combattive antispread che aveva preannunciato. Comunque, fra l’impazienza dei mercati e i tempi delle decisioni politico-economiche rimane troppa distanza: i mercati dovrebbero farsi meno nervosi e la politica più spedita. La Bce vuole muoversi con indipendenza, ma in un quadro di rafforzato coordinamento con la Commissione e con i fondi intergovernativi salva-Stati. A ciascuno il suo compito. La Bce userà il suo bazooka per comprimere quella parte degli spread che si può attribuire al fatto che i mercati pensano possibile una rottura dell’euro e un ritorno alle monete nazionali: eventualità che la …

"Per Francoforte è un passo avanti", di Andrea Bonanni

I mercati che hanno reagito così negativamente all’esito del Consiglio Bce sembrano non aver afferrato fino in fondo la portata della nuova mossa di Draghi. Il presidente della Banca centrale europea non ha fatto nessun passo indietro. Semmai ne ha fatti due avanti mettendo con le spalle al muro non solo i tedeschi, ma anche gli italiani e gli spagnoli ai quali chiede un impegno, formale e sostanziale, che li vincoli alla disciplina di bilancio oltre il prevedibile orizzonte politico. Una mossa che ha nel mirino soprattutto l’Italia e le incertezze sul dopo-Monti. Vediamo in dettaglio il senso delle decisioni prese ieri a Francoforte. Rispetto al discorso di Londra, tanto apprezzato dai mercati, in cui annunciava l’irreversibilità dell’euro e la determinazione a fare «tutto il necessario » per salvaguardare la moneta unica, Draghi ha ottenuto il consenso unanime (non scontato) del board e del Consiglio dei governatori. Rispetto alla prospettiva di un intervento della Banca centrale sul mercato dei titoli per limitare lo spread, il presidente ha incassato una larghissima maggioranza: hanno votato a favore …