"A Berlino molti pregiudizi e qualche verità", di Stefano Lepri
Come facciamo a convincere i tedeschi che non vogliamo i loro soldi? Mario Monti ce l’ha messa tutta questa volta, nell’intervista apparsa ieri. Forte della sua competenza, di nuovo ha tentato di spiegare che l’aiuto a Grecia, Irlanda, Portogallo l’abbiamo pagato noi più che loro, e che ai tassi attuali sul debito pubblico sono gli italiani e gli spagnoli a sovvenzionare i tedeschi, non il contrario. Farsi capire non è facile. In Germania oggi le difficoltà dell’unione monetaria non stanno soltanto producendo un disincanto di massa verso l’integrazione europea, speculare a quello che vediamo anche da noi. C’è anche un fenomeno culturale che coinvolge una parte della classe dirigente tedesca, incline a ritenere di aver ragione contro tutto il resto del mondo o quasi. La scoperta che dal prolungarsi della crisi la Germania guadagna l’ha già strillata come scoop al suo pubblico assai popolare il quotidiano Bild la settimana scorsa. Sessanta miliardi di euro negli ultimi trenta mesi era il calcolo; diversi esperti lo ritengono abbastanza verosimile. Eppure, poco si è smosso. I populisti si …