"Norma antiscilipoti per dire addio alla Seconda Repubblica", di Francesco Cundari
Difficoltà politiche e nebulosità tecnica del dibattito sulla riforma della legge elettorale rischiano di far dimenticare il punto di partenza: mai come in questa legislatura si era assistito allo spettacolo di un Parlamento in cui masse di eletti si spostassero dalla maggioranza all’opposizione e poi di nuovo dall’opposizione alla maggioranza, cambiando partito e anche fondandone di nuovi per l’occasione. Dalle elezioni del 2008 a oggi sono infatti ben 161 i parlamentari che dopo il voto hanno cambiato gruppo almeno una volta. Ma buona parte di loro ha compiuto il viaggio a più riprese (a essere rigorosi, per calcolare esattamente il tasso di trasformismo bisognerebbe dunque moltiplicare il numero dei transfughi per la loro velocità di circolazione, che è altissima). Il tentativo di riformare il nostro sistema deve fare i conti anche con questi problemi. Non per niente il dibattito sulle riforme istituzionali, e sulla riforma della legge elettorale in particolare, si protrae, con poche interruzioni, da oltre vent’anni. L’intera storia della Seconda Repubblica ne è scandita implacabilmente: referendum, progetti votati in bicamerale e abbandonati in …