Mese: Agosto 2012

"Risanare senza spegnere", di Vittorio Emiliani

Se il destino del maggior centro siderurgico di un Paese che concorre al 18 % della produzione europea di acciaio può venire deciso dalla sentenza di un magistrato, davvero una politica industriale degna di questo nome non esiste più. Che il colosso di Taranto – insediato quasi dentro la città per favorire i proprietari di terreni – inquinasse in modo micidiale lo si sapeva da anni e anni. Ma poco o nulla hanno fatto – tutti quanti i soggetti in campo – per «mettere in sicurezza» gradualmente lo stabilimento tarantino.Una fabbrica che oggi dà lavoro e reddito (diretto o indiretto) a circa 18mila persone. Cessare ogni produzione nelle aree «a caldo», come impone la sentenza del Gip Patrizia Todisco, vuol dire erigere un monumento alla politica ambientale. Ma al tempo stesso erigere un monumento funebre alla politica e all’occupazione industriale in quella siderurgia in cui Italia e altri Paesi sviluppati (non solo Cina o India) hanno peso e ruolo. Prima di scatenare, anche in piazza, una sorta di «guerra di religione» a sostegno di questo …

"Cari prof, non date mai meno di 4 agli studenti", di Mariapia Veladiano

E poi bisogna anche parlare dei voti. Perché se i test non hanno vita felice qui da noi in Italia, e il perché lo ha raccontato per bene Stefano Bartezzaghi domenica, poi però tutti i test, proprio tutti, diventano numeri che danno idoneità, promozioni, accessi all’università o a selezioni. Sì e no ai nostri progetti di vita. Un test è un bivio: di qua o di là. Per questo non può essere sbagliato, sciatto, ambiguo. E anche quando è perfetto, è solo un puntino nello scorrere dei giorni e delle esperienze di una persona. Niente di più. Dovrebbe. Soprattutto a scuola, dove i test dilagano, importati all’ingrosso dal mito dell’oggettività del valutare. E diventano voto. E allora parliamo del voto. E quindi della valutazione, della scuola che vogliamo, del mondo in cui viviamo. Tutto si tiene quando si parla di scuola e di ragazzi. Dopo decenni ormai di letteratura sulla valutazione, il voto incendia sempre ancora le discussioni più scomposte. È così sovraccarico d’altro che quando è negativo per legge sparisce dai tabelloni finali, quasi …

"Ferragosto una malattia italiana", di Francesco Manacorda

Quale legame c’è fra i trecentomila passeggeri lasciati a terra da WindJet e i settemila lavoratori dell’Ilva che rischiano di rimanere a casa se l’impianto di Taranto, come ha deciso il Gip, dovrà bloccare la produzione? Sono due facce dello stesso male italiano. Un male che nasce dalla mancanza di qualsiasi prevenzione, si alimenta di continui rinvii e rimpalli che rappresentano la negazione delle responsabilità amministrative e di governo, esplode infine nell’emergenza. Anzi, nell’emergenza di Ferragosto: una forma tipica e cronica della nostra patologia nazionale che ha la caratteristica di essere di solito prevedibilissima, ma che nonostante questo, anno dopo anno, allarme dopo allarme, si ripete come se fosse inevitabile. Così è difficile stabilire adesso di chi sia esattamente la colpa dei passeggeri rimasti a terra negli aeroporti, sebbene avessero un biglietto pagato regolarmente e spesso anzi con mesi di anticipo. Si può attribuire la responsabilità, o parte di essa, alla stessa WindJet, che già dal 2009 chiudeva i bilanci in rosso, all’Enac che sovrintende a tutta l’aviazione civile e non ha vigilato a sufficienza, …

"La trappola del falso dilemma", di Michela Marzano

Fino a quando si continuerà a contrapporre il diritto al lavoro al diritto alla sopravvivenza, e quindi il salario alla salute, non si troverà alcuna via d’uscita al problema dell’Ilva. Perché messo in questi termini, più che di un problema si tratta di un dilemma morale. E come sappiamo tutti, un dilemma etico non ha, per definizione, alcuna soluzione. I dilemmi sono drammatici, disperati, senza sbocco. Perché si sbaglia sempre e comunque. Perché quale che sia la decisione che si prenda, si finisce poi sempre col rimpiangere quello che si è detto o fatto. Come il celebre “dilemma di Sophie”, raccontato nel romanzo di William Styron, che racconta di come una giovane ebrea polacca deportata ad Auschwitz con i figli fosse stata perversamente costretta a scegliere dai nazisti quale dei due far morire. Se Sophie non sceglie, moriranno tutti e due. Se invece ne sceglie uno solo, l’altro avrà la vita salva. Da un punto di vista strettamente utilitaristico e matematico, Sophie dovrebbe salvarne almeno uno. Ma come può una madre scegliere quale figlio merita …

Ilva, Fassina: «La produzione può continuare con i controlli decisi», di Massimo Franchi

«La produzione non va fermata: l`azienda ha preso impegni chiari che possono essere monitorati. La vicenda dell`Ilva di Taranto però deve segnare una svolta per ritornare a politiche industriali che scongiurino lo scontro fra ambiente e lavoro». Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, non commenta le decisioni della magistratura, ma «non prende nemmeno in considerazione la chiusura della fabbrica». Fassina, lei sabato ha definito «irrituale e preoccupante» il provvedimento del giudice Patrizia Todisco. Oggi lo stesso Gip ha tolto al presidente Ferrante il ruolo di custode delle aree sequestrate. «Noi non attacchiamo la magistratura: per noi diritto alla salute e diritto al lavoro sono entrambi irrinunciabili. Abbiamo espresso preoccupazione e chiesto chiarezza su una situazione che obiettivamente si sta complicando. Ora bisogna attendere le motivazioni del Tribunale del riesame di cui è noto solo il dispositivo. Dobbiamo fare ordine, provare a diradare la confusione. A nostro avviso la produzione non va fermata perché ci sono tutte le condizioni tecniche e di volontà dell`azienda per dare compatibilità ad ambiente, salute e lavoro. Dopo l`intervento della magistratura …

"Europa, questione di democrazia", di Michele Ciliberto

Le dichiarazioni di Monti allo Spiegel, e le polemiche che ne sono conseguite sono molto utili. Esse, infatti, consentono di sollevarsi dalla dimensione feriale e quotidiana e di porsi domande di fondo, a cominciare da quella fondamentale: qual è l’idea di Europa per la quale ci battiamo e stiamo facendo i durissimi sacrifici che la crisi internazionale ha imposto a tutti i popoli europei, compreso il nostro? La gravità della crisi di questi drammatici mesi ci ha distolto dalle questioni, e dalle interrogazioni, di ordine generale. D’altro canto, come dicevano gli antichi: primum vivere, deinde philosophari. Ma la discussione di ordine generale è importante e vale perciò la pena di chiarire alcuni punti essenziali. L’Europa è il nostro comune destino, l’avvenire di tutti i popoli europei: se restasse chiusa nelle sue vecchie articolazioni statali, da un lato precipiterebbe in modo ineluttabile verso nuove forme di nazionalismo (come la storia recente ci ha mostrato ad abundantiam); dall’altro, si avvierebbe verso un sicuro declino, in un mondo che comincia ad essere dominato dalle grandi potenze asiatiche e …

"Sono mancate le misure di breve periodo". Epifani: "per la ripresa bisognava derogare al patto di stabilità", di Francesca Schianchi

Se il governo dopo l’estate si muove verso temi come l’agenda digitale o le questioni energetiche, si muove nel senso giusto. Il problema però è che tutto questo per andare a regime richiede tempi medi», sottolinea Guglielmo Epifani, per otto anni segretario generale della Cgil: «E intanto a settembre ci saranno cento tavoli di crisi aperti e difficoltà di accesso al credito per le piccole e medie aziende». Quindi ci vorrebbero interventi sull’immediato… «La nostra differenza rispetto ad altri Paesi è che noi non abbiamo realizzato mai nessuno stimolo a breve sull’economia: una contraddizione che ci portiamo dietro dall’inizio della crisi». Più facile a dirsi che a farsi: come si realizzano stimoli a breve sull’economia?«Intanto, il governo aveva preso l’impegno di risolvere il problema dei ritardati pagamenti alle imprese della Pubblica amministrazione. E invece finora non si è sbloccato un euro». E poi? «Ci vorrebbero misure per consentire la deroga al patto di stabilità per gli enti locali, per quei tanti comuni che hanno progetti di investimento che non possono realizzare a causa del blocco …