"La sfida dell’Emilia al terremoto", di Giulia Gentile
Siamo subito scappati in strada, ma per fortuna questa volta non abbiam fatto in tempo ad uscire di casa che era già tutto finito. Ogni volta si torna a pensare a quello che è successo, ma ormai guardiamo avanti. E ci ripetiamo che è solo qualche scossetta di assestamento». Mario, capelli bianchi e canottiera d’ordinanza per ammazzare i quaranta gradi della “bassa” sanfeliciana, sorride a chi gli chiede se ha avuto ancora paura. Alle 7.42 di ieri mattina, una scossa di terremoto di magnitudo 2.8 e con profondità di 7.2 chilometri, epicentro tra Poggio Rusco e San Giovanni del Dosso, nel Mantovano, e Cavezzo, Medolla, Mirandola, e San Felice sul Panaro, nel Modenese, l’ha fatto scattare in piedi con la stessa velocità di quel drammatico 20 maggio. A quasi tre mesi dal primo sisma che, fra Bologna, Ferrara e Modena, ha seminato morte e distruzione, la terra non smette di ballare. E se, complice la calura ferragostana, «la voglia di ricominciare non manca», come sottolinea il sindaco di Finale Emilia (Mo) Fernando Ferioli, resta difficile …