"Tuteliamo chi lavoro per il Made in Italy", di Carlo Petrini
Cresce in tutta Italia la sensibilità verso il mantenimento del paesaggio rurale contro la perdita di suolo agricolo e la cementificazione. Il Bel Paese sta perdendo la bellezza delle sue campagne, di coltivi secolari e borghi antichi. Più volte ho avuto modo di sottolineare che il mutamento del paesaggio è il frutto di un processo economico che ha impoverito le nostre campagne di quell’umanità contadina che garantiva non solo la bellezza dei luoghi, ma anche l’assetto idrogeologico dei terreni, i saperi e la memoria. Negli ultimi anni molte produzioni agricole sono presidiate e garantite da lavoratori stranieri, cosicché, mentre i media, i gastronomi e i politici esaltano il made in Italy alimentare, gli artefici di questo sistema sono i lavoratori di altre nazioni e continenti. Nelle mie Langhe la produzione dei vini pregiati è garantita da una comunità di oltre diecimila macedoni con le loro famiglie; nelle stalle per le vacche da latte emiliane si trovano gli indiani Sikh; maghrebini e polacchi nelle malghe valdostane. Insomma, molti dei nostri gioielli gastronomici sono prodotti da cittadini …