Giorno: 28 Agosto 2012

"La primavera araba non giova alle donne", di Giovanna Zincone

Non sempre il progresso giova alle donne. La Tunisia ne ha offerto da poco un infelice esempio. Grazie al Codice del 1956 e a successive riforme, rappresentava un ammirato precursore dell’emancipazione femminile tra i Paesi arabi. E il nuovo corso tunisino è stato considerato il più assennato tra quelli scaturiti dalla Primavera araba. I risultati elettorali del 2011 non hanno premiato i partiti laici moderati, ma i rischi di chiusure islamiste parevano evitabili. Purtroppo la Commissione «Diritti e libertà» dell’Assembla Costituente tunisina, in disinvolta contraddizione con il proprio titolo, ha approvato un nuovo articolo 28 che retrocede le donne. Afferma infatti: «Lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna», un’affermazione positiva solo all’apparenza; secondo Roberta Aluffi, studiosa di diritto delle religioni, si tratta di una rischiosa espressione islamista perché implica specifici diritti femminili (il dono matrimoniale e il mantenimento), cui potrebbero fare da pendant pesanti diritti maschili (il ripudio e l’obbedienza delle donne di famiglia). L’articolo 28, inoltre, vuole la donna «associata» o «complementare» all’uomo non solo nella sfera familiare, ma anche nella «edificazione …

"L’importanza dei numeri primi", di Piergiorgio Odifreddi

Un mese fa, l’inserto domenicale del New York Times ha pubblicato un articolo intitolato L’algebra è necessaria? A porsi la domanda non era ovviamente un matematico, o uno scienziato. Bensì, un politologo, preoccupato del fatto che ormai nelle scuole statunitensi la matematica sia diventata un ostacolo obbligatorio, che devono superare tutti coloro che poi vorranno iscriversi a qualunque tipo di corso di laurea all’università, scientifico o umanistico che sia. «Pure i poeti o i filosofi devono studiare la matematica alle superiori», si scandalizzava il povero politologo! E il suo argomento era che è giusto far sudare sulle equazioni o i polinomi gli studenti che se lo meritano, perché vogliono diventare ingegneri o fisici. Ma perché mai torturare gli altri, così sensibili, che vogliono invece scrivere versi o dedicarsi alla metafisica? Da noi, queste cose le dicevano Croce e Gentile un secolo fa, e il bel risultato che si ottiene a non far studiare la matematica agli umanisti lo si vede anzitutto dalle loro opere filosofiche, appunto. Più in generale, non è certamente un caso che …

"Concorso, quiz per 500 mila prof", di Alessandra Ricciardi

È il punto forse più delicato, certamente più dibattuto, del bando di gara che sarà ufficializzato a fine settembre: i test di preselezione. Domande a risposta chiusa e di tipo logico, senza nessun riferimento alle specificità disciplinari. Insomma, quiz generalisti per aspiranti docenti di lettere così come di matematica, con l’obiettivo di indagare le attitudini trasversali dei candidati più che le competenze specifiche. La preselezione si rende necessaria per scremare l’esercito dei candidati alle 11.892 nuove cattedre a tempo indeterminato, la metà dei posti complessivamente disponibili (l’altro 50% sarà coperto con lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento) per il prossimo anno scolastico. Trascorsi 13 anni dall’ultimo concorsone, al ministero dell’istruzione le stime ufficiose parlano di almeno 500 mila aspiranti prof che avrebbero i requisiti per il concorso. A dare l’annuncio ufficiale dell’avvio delle procedure di selezione è stato lo stesso ministro dell’istruzione, Francesco Profumo, al termine del consiglio dei ministri della scorsa settimana. Profumo aveva dichiarato l’intenzione di procedere a un concorso sin dalle prime settimane del suo insediamento a viale Trastevere. Ma quella che …

"La democrazia al bivio", di Nadia Urbinati

La democrazia rappresentativa è in crisi. Lo si legge con frequenza quotidiana. A questa, che sembra ormai una verità assodata, manca un codicillo di non poca importanza: non è in crisi dovunque. Né la sua riuscita è percepita come problematica ovunque. La democrazia rappresentativa è in crisi in Italia più che in Germania o in Finlandia o in Francia. Contestualizzare è necessario. Anche per comprendere bene la portata della partita che si sta giocando, non soltanto fra poteri eletti e non eletti all’interno dei confini nazionali, ma soprattutto fra gli stessi Paesi europei, tra quelli nei quali la democrazia è un fatto acquisito e quelli nei quali pare lo sia meno. Abbiamo appreso anche di recente che da Oltralpe si guarda con preoccupazione all’eventualità – che è un atto dovuto, costituzionale – che in Italia ci siano nuove elezioni e che Monti possa non essere più primo ministro. Leggiamo il testo preoccupato riportato qualche giorno fa su questo giornale in un articolo di Alberto D’Argenio: «Sul medio periodo il pericolo maggiore per l’Italia è che …

"Il lavoro tradito", di Luciano Gallino

La chiusura ventilata della Carbosulcis avrà forse delle ragioni economiche, ma per diversi aspetti ha un forte contenuto politico, e un non meno rilevante potenziale di innovazione del modello industriale. Se le ragioni economiche finissero per prevalere sulle altre, come rischiano di prevalere, sempre in Sardegna, nei casi dell’Alcoa, dell’Euroallumina, della Portovesme, le relazioni industriali in Italia farebbero un altro passo all’indietro, e le spinte a innovare qui e ora un modello industriale superato subirebbero un lungo rinvio. Il contenuto politico deriva dal fatto che si tratta di minatori. La memoria non può non andare al durissimo attacco che venne sferrato dal governo Thatcher nel 1984-85 contro il sindacato nazionale dei minatori, il più forte del Paese. Ben più che ridurre i costi dell’industria mineraria o avviarla a qualche tipo di conversione, esso aveva lo scopo manifesto di spezzare le reni all’intero movimento sindacale. L’operazione ebbe successo. I sindacati britannici non si sono mai più ripresi da quella sconfitta. Inflitta loro dal governo a carissimo prezzo per l’intero Paese. Tra perdite di produzione, riduzione degli …