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"Boccata d'aria con il concorso. Ma la scuola resta senza soldi", di Marina Boscaino

Valutazione e reclutamento. Da anni due temi centrali per la scuola, che il Consiglio dei Ministri ha affrontato in 9 ore nel piano di fine legislatura. “Rivoluzione nella scuola. Concorso e 30 mila assunti”, titola oggi la pagina web di Repubblica. E sulle pagine di quel giornale si parla anche di un ulteriore “traguardo storico: l’approvazione del regolamento che rende operativo il Sistema Nazionale di Valutazione, a 11 anni dalla sua ideazione”. Su quest’ultimo tema Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil, è stato chiaro, denunciando “zero confronto e zero risorse”. Ma torniamo al concorso e alle cifre dichiarate: è innegabile che la notizia di un provvedimento per il reclutamento dei docenti, dal momento che non ne veniva bandito uno dal ’ 99, rappresenti una novità positiva per il Paese e per la scuola. Ma cosa configura davvero l’annuncio del governo (perché di questo si tratta, fino alla verifica da parte del Mef dell’effettiva disponibilità economica)? Ogni anno vengono assunti insegnanti: si tratta del necessario e fisiologico turn over determinato dalle tante condizioni che possono portare al pensionamento o alla vacanza di una cattedra. A QUESTO scopo la legge 124 / 99 ha istituito le graduatorie permanenti, evoluzione normativa del vecchio “doppio canale”: il 50 % delle assunzioni a tempo indeterminato deve avvenire da tali graduatorie e l’altro 50 % da quelle dei concorsi ordinari (siamo ancora in attesa di “smaltire” i vincitori della tornata del ‘ 90). Da un certo momento in poi non si è dato corso con regolarità all’assunzione dei docenti e, nel 2008 è infine inter-venuta la legge 133, che ha previsto il taglio di circa 80 mila cattedre. E così il precariato è cresciuto. I 30 mila assunti sono la somma delle assunzioni prevedibili fisiologicamente per quest’anno e di quelle previste per il prossimo, più i vincitori di concorso per il ruolo di dirigente scolastico, già celebrato: a prescindere dall’andamento dell’organico questa volta si “mette a concorso” il turn over. È quasi come se, nel condivisibile “largo ai giovani” che rappresenta una delle parole d’ordine di questo progetto ed uno dei leitmotiv del governo Monti, si stia facendo largo l’implicita convinzione che le assunzioni precedenti, avvenute sulla base delle graduatorie non abbiano dignità. Ovviamente non è così. Perché gli “ex giovani” (circa 250 mila) che affollano le graduatorie permanenti hanno, nel corso del tempo, acquisito titoli ed esperienza, maturato professionalità e diritti non scritti in leggi e regolamenti, ma concreti e legittimi, e costruito aspettative evidentemente non riconosciute dal governo. Oltre a 11. 892 docenti si prevede l’assunzione di 1. 213 dirigenti scolastici. Il bando del luglio 2011 – che diede il via al concorso per diventare presidi, foriero di molte polemiche, considerando le anomalie del percorso concorsuale in varie regioni d’Italia – annunciava 2. 386 posti, quasi dimezzati nella previsione attuale dal dimensionamento scolastico. Infine una notazione sulla procedura concorsuale in senso stretto: considerato l’elevato numero di candidati potenziali, ci sarà una prova preselettiva da svolgere entro la fine di ottobre su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso. Poi, prove scritte ed orali. Non sono evidentemente servite da monito le recenti vicende dei numerosissimi errori prima nella prova preselettiva del concorso per dirigenti scolastici e poi nei test per il Tirocinio Formativo Attivo, con i nomi dei compilatori secretati, così come l’ammontare degli emolumenti percepiti per realizzare un flop così clamoroso. IL PD SI SCHIERA con i precari e critica il governo che sostiene: “L’annuncio di un concorsone per i giovani meritevoli di insegnare a scuola, richiede un immediato chiarimento da parte del Miur. Si intende ridare vita ad un concorso che poi vedra’ rinascere ulteriori graduatorie che resteranno in vita all’infinito?” chiede la responsabile scuola, Francesca Puglisi. Inatteso invece il plauso del Pdl. Per Fabrizio Cicchitto “Profumo taglia il nastro della riforma Gelmini”. Vito Meloni, responsabile scuola della Federazione della Sinistra, osserva: “La procedura concorsuale non garantisce nessuno, se non ne sono state preventivamente discusse modalità ed attendibilità scientifica. In secondo luogo, si sta partendo dalla coda: invece di provvedere ad un’analisi delle condizioni che hanno condotto i giovani a star fuori dalla scuola, si crea una potenziale occasione di entrata, senza interrogarsi sulle cause che hanno determinato la situazione. Il problema è, insomma, non come si assume, ma quanti insegnanti preparati servono perché la scuola possa assolvere il proprio mandato costituzionale. Infine: non occuparsi di chi è stato costretto ad invecchiare, lavorando spesso con grande capacità, in graduatorie che non accennano ad essere esaurite è una grave omissione per uno Stato democratico”. Insomma. Apprezziamo la novità. Ma, prima di gridare al miracolo, guardiamo con attenzione cosa c’è dietro gli annunci.

Il Fatto Quotidiano 26.08.12

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