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Bersani: «Noi siamo zombie? Sfidiamo i fascisti del web», di Simone Collini

Bersani apre la Festa nazionale di Reggio Emilia e sfida Grillo: «Ci dicono zombie? È un linguaggio fascista. Invece di offenderci sul web vengano qui a dirlo». Sul piano Monti per la crescita il leader Pd sostiene che vanno bene gli impegni ma «ora serve più concretezza». E sulla legge elettorale: cambiare il Porcellum è possibile. Verso il 2013 c’è bisogno di una «scossa civica» perché il Paese ha bisogno dei riformisti per battere la destra. «In un momento difficile come questo bisogna che tra le persone ci sia un po’ di fiducia. Ma la fiducia viene dalla concretezza». Pier Luigi Bersani arriva a Reggio Emilia all’indomani del Consiglio dei ministri dedicato alla crescita.

Sorride, il leader del Pd, mentre sotto un sole che non concede tregua taglia il nastro tricolore e dà il via alla Festa nazionale del suo partito. Ma, scattati i flash delle macchine fotografiche, il ragionamento che svolge presenta più ombre che luci. Dice che la riunione di venerdì a Palazzo Chigi è stata «più di intenzioni che di decisioni». Alcune anche molto buone, certo, ma che come tali non permettono di affrontare l’emergenza in atto. «Io mi permetto di raccomandare molta concretezza», è il messaggio che Bersani invia al governo dalla Festa, che il leader democratico chiuderà il 9 settembre annunciando pubblicamente la sua candidatura per la premiership.

A chi gli domanda cosa dovrebbe fare allora il governo di concreto, cosa farebbe in un momento come questo se fosse lui a Palazzo Chigi, Bersani risponde con un lungo elenco: «Bisogna allestire il tavolo delle crisi industriali, bisogna dare un’occhiata ai pagamenti per le piccole imprese, se stanno avvenendo o no, bisogna guardare al sistema delle tariffe, ai prezzi, come quello della benzina, bisogna verificare se le banche dati che andavano allestite per la lotta all’evasione fiscale e per la tracciabilità siano state veramente allestite, bisogna vedere con le forze sociali e le Regioni e con gli enti locali come si fa davvero una spending review». Come a dire: materiale su cui lavorare non manca, per uscire dalle buone intenzioni. Ed è su questi temi che il governo, secondo Bersani, dovrebbe costruire l’agenda per un autunno che si annuncia tutt’altro che semplice. Di altre questioni, di quale sia la prospettiva, delle «riforme di più ampio respiro» si può anche ragionare, secondo il leader del Pd, ma dopo aver messo mano ai problemi dell’immediato.

Bersani sa che in un momento di crisi come questo si corrono molti rischi, sul piano economico, sociale, ma anche sul piano della tenuta democratica, e che se sta al governo attualmente in carica occuparsi dei primi, sta anche alle forze politiche che si candidano a governare domani tenere alta l’attenzione sui secondi. Quelli che Bersani definisce «populismi in cerca d’autore» preoccupano più di un centrodestra allo sbando, ed è a questi che il leader del Pd lancia una sfida. Inaugurando la Festa del Pd, ringraziando i tanti volontari che hanno reso possibile l’allestimento dello spazio di Campovolo e che fino al 9 settembre garantiranno lo svolgimento della kermesse, Bersani invita gli «osservatori e i commentatori» che «mettono tutti i partiti nello stesso mucchio come se fossero cadaveri ambulanti» a venire qui a Reggio Emilia a vedere di quali risorse e di quale energia disponga il Pd. Ma soprattutto sfida chi ha avuto l’idea di evocare gli zombie (il più noto è il video messo sul sito dell’Idv un mesetto fa, ma il pensiero va soprattutto a Grillo) a venire qui a ripetere il concetto.
«Vedo correre sulla rete frasi come “siete cadaveri ambulanti”, “siete zombi”, “vi seppelliremo” – dice Bersani inaugurando la sala dibattiti principale della Festa, intitolata a Pio La Torre – sono linguaggi fascisti. E non ci impressionano. Vengano via dalla rete, vengano qui a dircele certe cose». I primi visitatori della Festa e i volontari che per qualche minuto abbandonano le loro occupazioni per venire a salutare Bersani applaudono convinti. I giornalisti avvicinano il segretario per chiedere di tornare sull’argomento. Bersani non vuole andare oltre, però confessa di essere preoccupato perché «nella crisi ci può sempre essere la tentazione di chi abbaia più forte», e ribadisce che «si sta creando un linguaggio» già sperimentato: «Consiglio a chi sottovaluta questi dati di linguaggio, di andarsi a rileggere un po’ di storia, e in particolare i fatti del 1919…».
Evitare che certi fenomeni prendano il sopravvento sta alle forze politiche, cambiando una legge elettorale odiosa come il Porcellum («Non è tardi, vedo la possibilità che si faccia, anche se non c’è un automatismo tra questo e il voto anticipato») e dimostrandosi in grado di portare a quella «riscossa civica e morale» necessaria al Paese.

«Sta ai riformisti cambiare le cose al concreto, non possiamo tirarci indietro nel momento più difficile dal dopoguerra. I riformisti si prendano le loro responsabilità davanti all’Italia con i loro valori e le loro idee». Un messaggio indirizzato anche a chi discute di alleanze senza tenere a mente la vera posta in gioco.

Così Bersani continuerà a lavorare per dar vita a un «centrosinistra di governo», ma al tempo stesso continuerà a lanciare all’Udc un appello per fare la sua parte nella prossima legislatura, che dovrà essere «di ricostruzione» (e che dovrà seguire una regolare tappa elettorale, perché «non è che se Moody’s ha qualche problema aboliamo le elezioni»).

L’Unità 26.08.12

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Maggioranza delusa dall´agenda Monti Bersani: “Ora serve più concretezza”, di MARCO MAROZZI

Più intenzioni che decisioni. Serve concretezza. Pierluigi Bersani misura le parole, ma non nasconde le preoccupazioni per come si muove il governo Monti. «Raccomando molta concretezza» dice, ponendosi a guida dei «riformisti» e attaccando il «linguaggio fascista» di chi, come Di Pietro e anche Grillo, parla di «zombie» da «seppellire vivi». «Vengano qui a dircelo in faccia».
Dopo l´intervista a Repubblica, il segretario del Pd rinnova le «raccomandazioni» al «tecnico» Monti aprendo la Festa nazionale del suo partito. Proseguendo la marcia verso la guida del futuro esecutivo «politico». «Da Reggio Emilia deve partire la proposta chiara dei riformisti. Non possiamo tirarci indietro nel momento più grave dal dopoguerra. Faremo la nostra parte». Rivolto al suo popolo e a Palazzo Chigi, elenca: «Ci vogliono tavoli per le crisi industriali, i pagamenti pubblici alle piccole imprese, le tariffe, il costo della benzina, la lotta all´evasione fiscale, vedere con le Regioni, gli enti locali e le forze sociali come davvero fare una spending review».
Perplessità passano attraverso tutte le forze che appoggiano il governo. Se Bersani parla di «un consiglio dei ministri più di intenzioni, alcune anche molto buone, che di decisioni», lo stesso azionista più vicino a Monti, l´Udc, commenta con Lorenzo Cesa: «Adesso passiamo dalle parole ai fatti. Chiediamo segnali concreti per giovani e famiglie».
Molto duro il Pdl. «Il governo Monti parla di crescita nei giorni festivi e poi nei giorni lavorativi fa solo marginali operazioni di restyling» accusa Fabrizio Cicchitto. «Il consiglio dei ministri dedicato alla crescita è stato in realtà dominato dai richiami del ministro Grilli al rigore economico». Maurizio Gasparri spara a zero: «I ministri sparaballe, dalla Fornero a Passera a un tal Caccia, ora chiedano scusa: tecnici celebrati si dimostrano capaci di seminare bugie come i più scadenti politici old style. La crisi c´è ancora».
«Senza l´accordo con le parti sociali e gli enti locali – afferma Raffaele Bonanni della Cisl, il sindacato meno critico con Monti – mi chiedo quale efficacia possano avere tutte queste misure». In questa situazione, Bersani rivendica per il centrosinistra la capacità di «sapere governare il Paese». E ripete a quanti in Europa e in Italia temono il ritorno al caos: «Farebbero bene a preoccuparsi se vince Berlusconi. Per noi che siamo gente che sa governare, non c´è bisogno di essere preoccupati».
La porta si chiude durissima anche per Antonio Di Pietro. «Vedo sulla rete internet che sono rivolti al nostro partito frasi tipo “siete degli zombie, dei cadaveri, vi seppelliremo vivi”. Sono linguaggi fascisti. Non ci impressionano. Vengano qui a dircelo, vengano via dalla rete. Vengano qui». Alcune settimane fa sul blog di Di Pietro era apparso un video che ritraeva lo stesso Bersani, Casini e Monti come degli zombie. Era stato tolto dopo alcune ore. Ma è Beppe Grillo che apostrofa abitualmente come morti viventi gli altri politici.
Di Pietro ieri sera ha reagito al leader pd dicendo che «è come il bue che dà del cornuto all´asino, si nasconde dietro a un dito invece dio indicare responsabilmente con chi vuol governare».
«Il Paese ha bisogno di una riscossa civica e morale – segna ancora la differenza il segretario Pd -. Senza questo carburante non andiamo da nessuna parte. Senza che la gente per bene non si alza in piedi non andiamo da nessuna parte». Bersani davanti ha il governatore Errani, il sindaco Del Rio, i segretari Bonaccini e Ferrari, accanto il figlio di Pio La Torre. È loro che indica parlando di «politica buona per una politica buona in Italia».

La Repubblica 26.08.12