"Democrazia è mediazione ma anche sano conflitto", di Giunio Luzzatto
Si sta diffondendo l’esaltazione della mediazione come virtù di una democrazia aliena dagli estremismi (ultimo esempio, Michele Ciliberto su l’Unità del 21 agosto). Ora, è certo vero che la democrazia comprende la reciproca legittimazione tra le forze politiche che si contrappongono; essa però comprende anche l’accettazione del conflitto. Anzi, essa si sostanzia nel conflitto. Quando gli opposti schieramenti presentano proposte poco distinguibili l’elettore non è incentivato a partecipare (questa spesso è stata la situazione degli Stati Uniti); e quando essi danno vita alle soluzioni di massima mediazione, i governi di «grande coalizione», viene deluso soprattutto l’elettorato che vorrebbe soluzioni di progresso (esempi recenti in Germania e in Austria). Nel caso italiano, i nostalgici della mediazione si riferiscono alla “Prima Repubblica”; al proposito, è il caso di richiamare alcuni fatti. 1) Non tutte le forze politiche erano legittimate: per decenni, il Msi è stato considerato fuori dall’ «arco costituzionale». 2) Il periodo considerato il più positivo (la ricostruzione, il boom economico con la lira premio Oscar) è stato quello della massima contrapposizione tra centro e sinistra; …