"Lotta al debito e strani rimedi", di Emilio Barucci
Come un fiume carsico, riemerge sistematicamente la tentazione di ricorrere a misure straordinarie per abbattere il debito pubblico. Partiamo da qualche numero. Il debito pubblico è pari al 125% del Prodotto interno lordo e il suo finanziamento costa tra i 5 e i 6 punti di Pil. Questa situazione ovviamente non appare sostenibile: il debito dovrà essere ripagato dalle generazioni future. Già oggi, per finanziarlo, lo Stato italiano drena ingenti risorse dall’economia. La non comprimibilità di larga parte della spesa pubblica fa sì che lo Stato in queste condizioni non sia in grado di svolgere un ruolo adeguato nel welfare, negli investimenti e nella politica industriale. Nelle ultime settimane sono fiorite tutta una serie di proposte per abbattere il debito. Quelle avanzate da personalità di grande rilievo appaiono per lo più boutade estive, frutto della pochezza del dibattito politico o dell’acume di qualche commentatore con la verità ‘‘facile’’ in tasca. Un’ancora importante per orientarci è rappresentata dal fatto che le privatizzazioni e tutte le manovre straordinarie dal 1994 a oggi hanno fruttato meno di 250 …