Il vero “spread” tra noi e la Germania, di Roberto Bertoni
“M’inchino di fronte alle vittime di Sant’Anna. È per loro che abbiamo la responsabilità di costruire l’Europa e di proteggerla dalla speculazione che fa soffrire i popoli e nutre i nazionalismi”. Lo ha detto Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, lo scorso 12 agosto, recandosi a rendere omaggio alle cinquecentosessanta vittime dell’eccidio nazista di Sant’Anna di Stazzema. E ha aggiunto: “La lingua che io parlo è la stessa degli uomini che hanno compiuto questo eccidio. Non lo dimentico. Sono qui come tedesco e come europeo. L’Europa è la via migliore per non ripetere crimini come questo”. I soliti cinici da strapazzo avranno già commentato che si tratta solo di belle parole e, dunque, non bisogna dar loro né ascolto né, tanto meno, credito. Pazienza, ormai abbiamo imparato a conoscerli e a relegare nell’oblio che merita la loro gratuita crudeltà, forse addirittura più grave e feroce di quella degli esecutori materiali della strage, in quanto artefice e complice della perdita di memoria e della scomparsa di curiosità delle giovani generazioni in merito a fatti storici di …