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"Gli incendi dolosi e i troppi tagli ai Vigili del fuoco", di Vittorio Emiliani

Quando senti di persone colte a incendiare boschi, ti vien voglia di chiedere «pene esemplari». Perché i danni che i roghi, quasi tutti dolosi, procurano al patrimonio del Paese sono enormi e rimediabili soltanto in anni e anni. Sempre che non si tratti di irrecuperabili boschi secolari o di una riserva preziosissima come quella naturale dello Zingaro a San Vito Lo Capo (Trapani) incenerita nei giorni scorsi. Poi scopri che a Roma, assediata dai roghi, hanno colto sul fatto quattro romeni. Due si volevano «vendicare» per essere stati sloggiati da Monte Mario con le loro tende. Che fare per mitigare un simile flagello? Nel gennaio-luglio 2012 sono stati bruciati ben 24.000 ettari, in pratica l’intero comune di Genova, con un incremento del 110 % per i boschi. I romeni colti mentre incendiavano copertoni e lenzuoli hanno patteggiato 2 anni di carcere a testa. Basteranno a scoraggiare gli imitatori? Serverebbero pene più gravi? In caso di racket credo di sì, e però problemi posti al Paese da questo umiliante primato vengono ben prima. Certo, la siccità in certe regioni è, come il caldo e il vento, eccezionale, e fa propagare gli incendi in modo fulmineo, ma per lo più essi sono accesi da mani criminali per strappare al verde pregiate aree fabbricabili. Per l’edilizia abusiva, spesso mafiosa, comunque per la speculazione. Infischiandosene delle leggi che non consentono costruzioni di sorta sui terreni bruciati.
In realtà, malgrado gli sforzi delle associazioni ambientaliste, la scuola fa ancora poco, in generale, per far capire che i boschi sono essenziali per la salute psico-fisica, per la biodiversità, per la bellezza dei nostri paesaggi. Ma lo Stato che, coi condoni edilizi (ben quattro sotto Berlusconi), ha incoraggiato il malaffare, coi tagli alla spesa ed ora con la spending review, sta indebolendo apparati di prevenzione e di pronto intervento fra i migliori del mondo. «A New York i pompieri sono considerati degli eroi. In Italia succede in pratica il contrario», è l’amara battuta che circola all’interno di questo corpo, straordinario per preparazione, coraggio, disponibilità. A Roma e provincia, flagellate da roghi continui, i vigili, secondo la Fp-Cgil, sono 1400 contro i 2000 necessari. A Bologna ne mancano almeno 150 su 650. Così si formano meno squadre. I mezzi poi sono vetusti: a Roma «su 58 autopompe, oltre 28 sono fuori servizio», denuncia il segretario della Fp-Cgil, Natale Di Cola. Molti hanno oltre 25 anni di «anzianità». Ma poi non ci sono pezzi di ricambio, né fondi per acquistarli. Ogni vigile guadagna sui 1300 euro al mese, poco più della metà di un collega tedesco. A Bologna denunciano che con la spending review si potranno assumere 2 nuovi vigili ogni 10 pensionati: spending review o suicidio collettivo?

15.08.12

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