Giorno: 14 Agosto 2012

"Ferragosto una malattia italiana", di Francesco Manacorda

Quale legame c’è fra i trecentomila passeggeri lasciati a terra da WindJet e i settemila lavoratori dell’Ilva che rischiano di rimanere a casa se l’impianto di Taranto, come ha deciso il Gip, dovrà bloccare la produzione? Sono due facce dello stesso male italiano. Un male che nasce dalla mancanza di qualsiasi prevenzione, si alimenta di continui rinvii e rimpalli che rappresentano la negazione delle responsabilità amministrative e di governo, esplode infine nell’emergenza. Anzi, nell’emergenza di Ferragosto: una forma tipica e cronica della nostra patologia nazionale che ha la caratteristica di essere di solito prevedibilissima, ma che nonostante questo, anno dopo anno, allarme dopo allarme, si ripete come se fosse inevitabile. Così è difficile stabilire adesso di chi sia esattamente la colpa dei passeggeri rimasti a terra negli aeroporti, sebbene avessero un biglietto pagato regolarmente e spesso anzi con mesi di anticipo. Si può attribuire la responsabilità, o parte di essa, alla stessa WindJet, che già dal 2009 chiudeva i bilanci in rosso, all’Enac che sovrintende a tutta l’aviazione civile e non ha vigilato a sufficienza, …

"La trappola del falso dilemma", di Michela Marzano

Fino a quando si continuerà a contrapporre il diritto al lavoro al diritto alla sopravvivenza, e quindi il salario alla salute, non si troverà alcuna via d’uscita al problema dell’Ilva. Perché messo in questi termini, più che di un problema si tratta di un dilemma morale. E come sappiamo tutti, un dilemma etico non ha, per definizione, alcuna soluzione. I dilemmi sono drammatici, disperati, senza sbocco. Perché si sbaglia sempre e comunque. Perché quale che sia la decisione che si prenda, si finisce poi sempre col rimpiangere quello che si è detto o fatto. Come il celebre “dilemma di Sophie”, raccontato nel romanzo di William Styron, che racconta di come una giovane ebrea polacca deportata ad Auschwitz con i figli fosse stata perversamente costretta a scegliere dai nazisti quale dei due far morire. Se Sophie non sceglie, moriranno tutti e due. Se invece ne sceglie uno solo, l’altro avrà la vita salva. Da un punto di vista strettamente utilitaristico e matematico, Sophie dovrebbe salvarne almeno uno. Ma come può una madre scegliere quale figlio merita …