"I miti perduti dell'estate", di Emanuele Trevi
Con le spiagge mezze vuote e le città mezze piene abbiamo perso in solo colpo due grandi avventure: sia chi partiva che chi restava viveva in una condizione particolare e inconfondibile, una specie di stato d’emergenza in cui le cose della vita acquistavano una risonanza particolare e fatti che mai sarebbero potuti accadere si verificavano con la facilità delle fiabe. Non c’è nemmeno posto per un’idea dignitosa del lavoro, che della vacanza è il contrario e il necessario presupposto. Benvenuti nell’età dell’ansia Mentre arriva dal deserto dell’Algeria un nuovo ventaccio bollente, il Drago Africano, a rendere ancora più micidiale la canicola, i dati statistici sulle vacanze rendono incontestabile quella che fino ai ieri poteva sembrare un’impressione, più o meno opinabile: solo quattro italiani su dieci, quest’anno, se ne vanno in vacanza. La buona notizia è che forse è arrivato il momento di mandare in pensione l’ormai insopportabile metafora biblica dell’Esodo. È come se sei Ebrei su dieci, invece di seguire Mosé nella Terra Promessa, se ne fossero restati al servizio del Faraone. Ma anche i …