Giorno: 1 Agosto 2012

"Il bilancio di Don Raffaele", di Sebastiano Messina

È la battaglia per diventare l’uomo di cui nessuno potrà fare a meno se vorrà governare l’isola o conquistare la maggioranza dei seggi per il Parlamento nazionale. Fino a ieri, con meticolosa e instancabile tenacia, il governatore ha piazzato le sue pedine su tutte le caselle libere del potere regionale, dalle autostrade agli ospedali, dall’Istituto Vini e oli all’Irfis, più di 130 nomine in due mesi con una media di due investiture al giorno, collocando ovunque i fedelissimi dell’Mpa e lasciando qualche avanzo agli ultimi alleati che gli sono rimasti accanto, i luogotenenti siciliani di Gianfranco Fini. Ma da oggi questi personaggi che sono stati miracolati in zona Cesarini, queste pedine che sono state messe in campo quando il potere di Arraffaele sembrava al tramonto, dovranno restituire con gli interessi alla politica ciò che la politica ha dato loro: a uno a uno saranno chiamati a trasformare in voti il potere che hanno avuto, e Lombardo deciderà il loro destino politico dal numero di preferenze che ciascuno di loro porterà all’Mpa. Lombardo aspettava questo momento, …

"Gli studenti universitari sommersi dalle tasse", di Laura Matteucci

I giovani democratici bocciano i contenuti della spending review annunciando un «university pride». Quelli di Link, il coordinamento delle associazioni universitarie, se la spiegano così: «All’inizio – dice uno dei loro rappresentanti, Luca Spadoni – il testo prevedeva il taglio dei fondi all’università per 200 milioni, poi hanno stralciato questo punto, ma hanno introdotto l’aumento delle rette». Al momento, si salvano solo gli studenti a reddito basso e al pari con gli esami. Tutti gli altri finiscono sommersi dalle tasse. Il decreto sulla spending review, nella sua ultima versione passata ieri in Senato col voto di fiducia, prevede rincari delle rette per tutti gli universitari: l’unica eccezione riguarda gli studenti in corso con un reddito Isee fino a 40mila euro, per i quali, almeno fino al 2016, l’incremento delle tasse non può superare quello dell’inflazione. Per le altre fasce di reddito non è previsto un blocco, quindi gli studenti potrebbero vedersi aumentare le rette anche se in regola con gli esami. Aumenti pesanti per chi è fuoricorso, ovvero il 40% circa della totalità degli studenti: …

"La nuova idea di unione politica europea", di Andrea Manzella

Che fare per il 2014, quando si voterà per il Parlamento europeo? Quale prospettiva si darà al popolo degli elettori, unificato dalla stessa stretta che grava sul “mestiere di vivere” quotidiano? “Titoli neri come temporali”: la grande crisi riporta alla mente la fulminea sintesi che Cesare Pavese faceva dei giornali in altri tempi d’ansia. Allora, al fondo del tunnel europeo c’era la speranza della pace. Oggi, c’è la speranza di una cosa che sembra più vicina, e invece si rivela ogni giorno più sfuggevole e astratta, quella che si chiama “unione politica”. La chiedono i governanti, gli economisti, i giuristi. Si moltiplicano gli appelli degli intellettuali. Ma nessuno fa una cosa, una sola cosa che dichiari apertamente quel fine. Dominano ancora quei tabù che hanno fatto sbianchettare dai Trattati parole come costituzione, federazione, legge (persino). Tutti sanno, però, che lo scenario è mutato. I vincoli sempre più stringenti dei Trattati annullano di fatto la sovranità nazionale degli Stati, condizionando i diritti più legati alla loro identità. I diritti sociali, così diversi nelle tradizioni di comunità …

"Gli assist che servono alla Merkel", di Stefano Lepri

Come si fa a sostenere che è normale se a una impresa italiana sana il credito costa più caro che a una impresa tedesca in difficoltà? A che serve condividere l’euro se, come ci informa la Reuters, su un mutuo casa la famiglia finlandese media paga un tasso di interesse che è meno della metà di quello che è richiesto alla famiglia spagnola? Non è solo questione di salvare i debiti degli Stati. Tutto il funzionamento delle economie dei Paesi euro è distorto dal rischio che l’unione monetaria si spacchi. Gli stessi spread sui titoli pubblici dipendono più da questo fattore che dalle scelte dei governi o dalle incerte prospettive politiche di alcuni Paesi. Questo hanno inteso dire ieri il capo del governo italiano e il presidente della Repubblica francese riaffermando il loro pieno appoggio a Mario Draghi. Eppure il compito di tenere insieme l’euro per il momento resta tutto affidato al presidente della Banca centrale europea. Ha dalla sua i governi, tedesco compreso; ma la riunione del consiglio Bce di domani e la successiva …

"Lo strano volo del calabrone euro", di Paul Krugman

La settimana scorsa il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dichiarato che il suo istituto è «pronto a fare il necessario per mantenere l’euro» e i mercati hanno esultato. In particolare i tassi di interesse sui bond spagnoli sono fortemente diminuiti e tutte le borse sono volate.Ma davvero l’euro si salverà? La questione resta molto dubbia. Innanzitutto la moneta unica europea ha molte pecche e a Draghi va dato merito di riconoscerle. «L’euro è come un calabrone», ha dichiarato. «È un mistero della natura, non potrebbe volare eppure vola. E l’euro ha volato benissimo per parecchi anni». Ora però ha smesso. Che fare? Deve imparare a trasformarsi in ape, dice Draghi. La metafora è imperfetta, ma il messaggio chiaro. Nel lungo periodo l’euro potrà funzionare solo se l’Unione europea assumerà le caratteristiche di un Paese unificato. Prendiamo ad esempio la Spagna e la Florida. Entrambe hanno vissuto i drammi dello scoppio della bolla immobiliare. Ma la Spagna vive una crisi ben più intensa. Perché? Perché nel momento del bisogno la Florida ha potuto …

La Carta d'intenti per il patto tra democratici e progressisti

L’Italia ce la farà se ce la faranno gli italiani. Se il paese che lavora, o che un lavoro lo cerca, che studia, che misura le spese, che dedica del tempo al bene comune, che osserva le regole e ha rispetto di sé, troverà un motivo di fiducia e di speranza. L’Italia perderà se abbandonerà l’Europa e si rifugerà nel suo spirito corporativo, se prevarrà l’interesse del più ricco o del più arrogante. Se speranza e riscatto non saranno il capitale di un popolo ma scialuppe solo per i furbi e i meno innocenti. Questa Carta d’Intenti vuole descrivere l’Italia che ce la può fare, che ce la può fare ricostruendo basi etiche e di efficienza economica; che ce la può fare con uno sforzo comune in cui chi ha di più dà di più. Sappiamo che la politica ha le sue colpe. E che quanto più profonda si manifesta la crisi, tanto più le classi dirigenti devono testimoniare il meglio: nella competenza, nella condotta, nella coerenza. Questo sarà il nostro impegno e la bussola …