"Il bilancio di Don Raffaele", di Sebastiano Messina
È la battaglia per diventare l’uomo di cui nessuno potrà fare a meno se vorrà governare l’isola o conquistare la maggioranza dei seggi per il Parlamento nazionale. Fino a ieri, con meticolosa e instancabile tenacia, il governatore ha piazzato le sue pedine su tutte le caselle libere del potere regionale, dalle autostrade agli ospedali, dall’Istituto Vini e oli all’Irfis, più di 130 nomine in due mesi con una media di due investiture al giorno, collocando ovunque i fedelissimi dell’Mpa e lasciando qualche avanzo agli ultimi alleati che gli sono rimasti accanto, i luogotenenti siciliani di Gianfranco Fini. Ma da oggi questi personaggi che sono stati miracolati in zona Cesarini, queste pedine che sono state messe in campo quando il potere di Arraffaele sembrava al tramonto, dovranno restituire con gli interessi alla politica ciò che la politica ha dato loro: a uno a uno saranno chiamati a trasformare in voti il potere che hanno avuto, e Lombardo deciderà il loro destino politico dal numero di preferenze che ciascuno di loro porterà all’Mpa. Lombardo aspettava questo momento, …