Mese: Luglio 2012

"Bersani con i sindaci e le Regioni: tagli non sostenibili", di Simone Collini

Il leader democratico su Monti: «Non si può dare la colpa 
al pompiere per il fuoco appiccato da Pdl e Lega» Ma avverte che «il Pd dirà come la pensa e come farà». Parla di primo mattino con il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani e con quello dell’Anci Graziano Delrio, oltre a molti altri amministratori locali sparsi in tutta Italia, per ascoltare la loro valutazione. E il discorso che Pier Luigi Bersani ascolta è ogni volta lo stesso: questa spending review non è sostenibile. Col passare delle ore emergono poi tutti i dettagli del decreto varato dal Consiglio dei ministri. E l’allarme lanciato da sindaci e presidenti di Regione, soprattutto per quel che riguarda i tagli alla sanità e i trasferimenti agli enti locali, si dimostra tutt’altro che infondato. «È paradossale che il titolo del decreto sia “revisione della spesa pubblica ad invarianza dei servizi ai cittadini”», scuote la testa Bersani. Perché i servizi, a leggere le 73 pagine del testo, inevitabilmente saranno a rischio. E nel Pd già si inizia a discutere …

"Spending review, la “stretta” all’istruzione c'è e si farà sentire", di Alessandro Giuliani

In attesa di prendere visione del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri contenente le “disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica a servizi invariati” (spending review), il Governo ha reso pubblico un lungo comunicato stampa attraverso cui vengono riassunti tutti gli interventi previsti dal decreto. Disposizioni, come già rilevato su questa testata, nelle intenzioni del Governo dovrebbero far migliorare la produttività delle diverse articolazioni della Pa e consentire un risparmio per lo Stato di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014. La scuola è inserita nel raggruppamento I, denominato “Pubblica istruzione, Università, Enti di ricerca. Partiamo dall’utilizzo del personale docente in esubero (nell’anno scolastico ormai terminato si trattava di oltre 10mila insegnanti): il Governo avrebbe “previsto l’utilizzo in particolare dei docenti senza cattedra per attività di docenza in materie affini”. La davvero troppo generica espressione viene poi sostenuta con la necessità di adottare per ogni soprannumerario il dovuto “accertamento delle competenze necessarie a garantire il risultato didattico atteso. In particolare verificando il …

"Ecco i magnifici ragazzi del bosone i cervelli italiani che brillano al Cern", di Elena Dusi

«La scoperta del bosone di Higgs ha dato grande lustro all’Italia e onora il prestigio della scuola di fisica italiana che ci ha reso famosi nel mondo». Da Roma a Ginevra, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano manda i suoi complimenti agli scienziati italiani che lavorano al Cern e li invita al Quirinale a settembre. Nella città della fisica di Ginevra mercoledì è stata annunciata la scoperta dell’ultima particella elementare che sfuggiva alle osservazioni: il bosone di Higgs. Se il Cern con i suoi 10mila scienziati da 113 paesi è uno specchio del mondo, l’Italia ha un colore particolarmente brillante nella mappa. Brillante come la passione di Fabiola Gianotti, che mercoledì ha annunciato al mondo la scoperta del bosone di Higgs con il collega americano Joe Incandela. Gianotti, diplomata anche in pianoforte, da quasi tre anni guida Atlas. Questo grande occhio da 42 metri e 7mila tonnellate ha il compito di scrutare le particelle di dimensione infinitesima che sono le tracce del bosone di Higgs, con un lavoro che impegna 3mila fisici di tutto il …

"La fiducia torna solo con le regole", di Stefano Lepri

E’ ancora meno facile prendere di petto difetti annosi e intricati dell’Italia, come quelli che gonfiano e rendono inefficiente la spesa pubblica, quando in tutto il mondo le condizioni dell’economia tornano a peggiorare. La crisi globale che tra un mese compirà cinque anni e non è mai finita pone ora problemi nuovi, che sono politici nel senso più profondo del termine, e vanno riconosciuti come tali. Il cieco instabile potere della finanza rende oggi arduo sanare quegli squilibri enormi della globalizzazione (Paesi avanzati che vivono al di sopra dei propri mezzi, in debito verso i Paesi emergenti) che lo hanno fatto crescere a dimensioni spropositate. Le ricette di politica economica applicate finora – tutte, non solo quella neoliberista che ha condotto alla crisi – diventano o inefficaci o dannose. L’area euro fatica a risolvere i suoi problemi perché non riescono ad essere solidali tra loro le nazioni che la compongono. Negli Stati Uniti la ripresa stenta a causa della paralisi del governo, dovuta a contrasti politici mai così aspri, insomma a un calo della solidarietà …

"Protestano Pd e sindacati: solo tagli e Grilli prepara un nuovo decreto", di Roberto Petrini

Sale la tensione sul fronte sindacale dopo la lunga notte della spending review ma il governo tira dritto e rilancia. L’intervento di complessivi 26 miliardi di risparmi in tre anni (4,5 nel 2012, 10,5 nel 2013 e 11 nel 2014) non esaurisce l’azione di Mario Monti sul fronte dei tagli: durante la conferenza stampa che ha seguito il consiglio dei ministri il «numero due» del Tesoro Vittorio Grilli ha annunciato che l’esecutivo è alla ricerca di altri 6 miliardi: «Lo stop all’Iva aiuta il Pil: siamo riusciti a sterilizzare l’aumento, l’obiettivo è di farlo sparire», ha detto. Dunque già si lavora per evitare l’incremento di 2 punti dal luglio del prossimo anno. Nelle prossime settimane mentre la spending review affronterà il cammino parlamentare con l’obiettivo di essere approvata prima della pausa estiva – sono attesi nuovi provvedimenti di riorganizzazione della spesa: si interverrà sulle agevolazioni fiscali e sui contributi pubblici alle imprese. I prossimi interventi potrebbero arrivare dai «dossier» affidati poco più di un mese fa a Francesco Giavazzi, al quale erano state chieste analisi …

"La modica quantità", di Massimo Giannini

Ora si capisce perché i governi preferiscono aumentare le tasse. Soprattutto nei Paesi a statalismo diffuso come l’Italia, la spesa pubblica è l’“oggetto” del contratto sociale e il cuore della costituzione materiale. Tagliare la spesa equivale a rinegoziare il primo, e a riscrivere la seconda. Per questo il decreto sulla “spending review” varato da Monti, oltre che un forte impatto economico, ha un alto costo politico. La lama del governo affonda non solo sugli sprechi, ma nella carne viva della società italiana. La tempestività è soddisfacente. Ma ancora una volta l’equità è intermittente. Il tasso di riformismo del provvedimento non è assente, ma è insufficiente: siamo alla “modica quantità”. “Tagli versus riforme”. Tommaso Padoa-Schioppa, che la “spending review” la lanciò nel 2007 da ministro del Tesoro, aveva colto (ma non sciolto) il nodo gordiano. Nell’Italia del compromesso permanente sulle spalle delle generazioni future, dei diritti acquisiti e dei privilegi consolidati, delle sinecure per gli inclusi e delle ingiustizie per gli esclusi, serve innanzitutto la “revisione della spesa”, non la sua “liquidazione”. Un’operazione che richiede il …