Mese: Luglio 2012

"Il bisogno di sinistra", di Claudio Sardo

Così non va. La manovra del governo Monti dovrà essere corretta in parlamento, altrimenti il suo costo sociale rischia di diventare insostenibile: per il taglio dei servizi che penalizza le famiglie e i ceti più deboli, per l’ulteriore spinta recessiva che induce all’economia già depressa. È soprattutto sulla Sanità, sulle Regioni, sui Comuni che si abbatte la mannaia, seguendo purtroppo la filosofia tremontiana dei tagli lineari assai più che l’annunciato proposito di una spending review capace di selezionare ed eliminare gli sprechi. La più pericolosa continuità con il governo Berlusconi sta proprio nell’accanimento con il quale si colpiscono le amministrazioni locali, e in special modo quelle più virtuose, che potrebbero fornire un contributo alla ripresa con tanti piccoli e medi investimenti e che invece vengono bloccate da tagli ormai indiscriminati ai trasferimenti e dai vincoli tafazziani del patto di stabilità. Sottrarre un altro miliardo al Fondo sanitario nazionale, dopo aver tagliato almeno 14 miliardi in quattro anni, e senza aver ancora definito i costi standard delle prestazioni, vuol dire incidere sulla carne viva del Paese …

"Soffocati dal solito conflitto di interessi", di Giovanni Valentini

La Rai per il governo. Viale Mazzini per palazzo Chigi. Il controllo della tv pubblica per la tutela dell’interesse pubblico. Siamo alle solite. Ma questa volta il ricatto del centrodestra si gioca sulla pelle del Paese, di tutti noi cittadini, sudditi del regime televisivo, proprio in un momento cruciale per le sorti dell’economia nazionale e dell’intera collettività nazionale. Ricatto, non c’è termine più appropriato per definire l’ultimatum del partito-azienda. O la borsa o la vita, insomma. O la consegna della Rai oppure la sopravvivenza del governo. È fin troppo trasparente ed esplicito il senso dell’avvertimento lanciato dall’ex ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, per giudicare l’affidabilità del quale basterebbe constatare lo stato di crisi in cui è ridotto il sistema produttivo italiano. Se non fosse stato per l’intransigenza dell’ex presidente della Rai, Lucia Annunziata, a suo tempo l’azienda pubblica avrebbe speso cento milioni di euro per acquistare un “pacchetto” di frequenze televisive di cui non aveva bisogno, già appartenute in gran parte a emittenti locali gestite in precedenza proprio dall’ineffabile ex ministro. Un “affare” di …

"Ho parlato con Draghi di Balotelli e di Germania", di Eugenio Scalfari

La situazione economica si è di nuovo imbruttita. Non parlo di quella italiana e neppure soltanto di quella europea, parlo della situazione mondiale, compresi i colossi emergenti, la Cina, l’India, il Brasile, il Sudafrica. La recessione che ha fatto la sua comparsa già da un paio d’anni ed è diventata una realtà da sei mesi, si aggrava; nuove «bolle» si profilano su alcuni mercati: quella immobiliare – pensate – in Cina; quella dei derivati un po’ dovunque perché le banche occidentali sono quasi tutte inquinate di titoli sporchi, di scommesse, di «Corporate bond» e di obbligazioni sovrane che stentano a mantenere i valori nominali e perdono colpi sotto le ondate speculative. Ma il fatto nuovo di questi ultimi giorni viene dalla Germania: la locomotiva europea è ferma. Non accadeva da molto tempo. I tedeschi consumano poco ma esportano e investono molto e il saldo tra questi «fondamentali » era positivo e consentiva al treno tedesco di correre con buona velocità. La novità sgradevole è che quel saldo ormai è in pareggio, perciò la locomotiva si …

"Il ventennio perduto dell'Italia", di Marco Alfieri

Dagli all’Europa, che inchioda i cittadini a pagare per scelte su cui non possono decidere. In questi mesi non si sente altro: se la crisi è diventata una camicia di forza è colpa di Bruxelles e della Bce; se i governi sono costretti all’austerity di bilancio è colpa della moneta unica. Nel gran ballo mediatico l’Europa è sempre tirata per la giacca: c’è chi la critica perché avrebbe avallato alla guida dei paesi membri tecnocrati graditi ai mercati internazionali, sospendendo il gioco democratico. E chi ne vorrebbe di più per imporre alla Germania di Angela Merkel maggiore solidarietà verso la casa comune europea. In tutti i casi è diventata l’alibi comodo dei nostri fallimenti, anche se la sua sovranità è sempre ciò che gli stati nazionali lasciano che sia. Se ci sono leader coraggiosi progredisce verso gli Stati Uniti d’Europa, dando fondamento alla moneta unica, altrimenti rincula miseramente come in questi anni. L’impressione è che con il baratro italiano l’Europa matrigna, lo spread, la Bce e l’euro c’entrano nella misura in cui una moneta comune …

"Spending, il bosone di Higgs non evita i tagli il 10% di risorse in meno ai suoi scopritori", di Elena Dusi

I successi della ricerca scientifica “danno lustro all’Italia”. E il governo li “premia” con un colpo d’ascia da 210 milioni nei finanziamenti dei prossimi tre anni. Neanche 24 ore prima il Presidente Giorgio Napolitano aveva scritto la sua lettera di ringraziamento agli scienziati italiani coinvolti nella scoperta del bosone di Higgs. Ed ecco apparire ieri in Gazzetta Ufficiale la tabella con tutti i tagli che gli enti di ricerca italiani subiranno nella spending review. Il più penalizzato è proprio quell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che coordina l’attività dell’Italia al Cern, il laboratorio europeo che mercoledì ha annunciato la scoperta dell’ultima particella elementare che ancora sfuggiva alle nostre osservazioni. Dal budget del 2012 dell’Infn verranno decurtati 9 milioni di euro su un totale di 241. Ma dall’anno prossimo il taglio arriverà a 24,3 milioni: un 10% cento che potrebbe portare alla chiusura di un terzo degli esperimenti e al licenziamento di circa 500 precari. Gli istituti di ricerca coinvolti nel taglio dei fondi sono in tutto 22. La maggior parte fa capo al Ministero dell’Istruzione …

"Quelle piccole patrie", di Francesco Merlo

NON muore, ma si esaurisce per accorpamento, che è la morte peggiore per una piccola patria, la cuccia calda del sentimento italiano, quella Provincia che fu l’identità in due lettere – MI oppure BA –, una targa, un fonema, la nostra particella di dio, Milano e Bari anche per gli abitanti di Lainate e di Bitetto che senza l’istituzione Provincia, non sarebbero mai stati milanesi e baresi. LA PROVINCIA è il bosone che ha dato massa all’Italia, mai isolato nel laboratorio del Cern e tuttavia modello standard dell’idea di nazione: «Paese mio che stai sulla collina / disteso come un vecchio addormentato …». Dunque neppure Monti riesce a togliere completamente di mezzo gli spettri della Provincia: l’albero degli zoccoli, il Friuli pasoliniano, la Racalmuto — metafora di Sciascia -, la dolce ferocia contadina sulle donne, i bambini e gli animali. E ancora le melanzane e il latte di capra come archetipi di una modesta ma sicura felicità, la vita come una lunga partita a carte che ricomincia ogni pomeriggio e non finisce mai. Sopravvivono come …

"Tagli per 26 miliardi fino al 2014", di Roberto Giovannini

È un’operazione che vale 26 miliardi di qui al 2014. «Non sono tagli lineari», assicura il presidente del Consiglio Mario Monti, «sarebbe stata una via più semplice ma abbiamo preferito intervenire nella struttura della spesa della Pubblica Amministrazione». Il day after il varo notturno del decreto legge della spending review – già firmato da Giorgio Napolitano – vede le prime (pesanti e negative) reazioni da parte di quell’ampia parte del lavoro pubblico e quelle categorie che si ritiene penalizzato dal giro di vite varato dal governo. La Cgil, con Susanna Camusso, parla di «manovra recessiva che distrugge lavoro», ma vista la posizione molto più morbida di Raffaele Bonanni e della Cisl l’impressione è che proteste ci saranno, ma che non si arriverà allo sciopero generale. La patata bollente se la ritrova il leader del Pd Bersani, che boccia i tagli sulla sanità, ma dovrà appoggiare un provvedimento che colpisce molti degli interessi che il suo partito rappresenta. Risparmi e nuove spese Il decreto legge vale 4,5 miliardi per il 2012, 10,5 per il 2013 e …