"Abbiamo bisogno di un motore pubblico per la crescita", di Laura Pennacchi
Affinché con il voto del 2013 nel nostro Paese siano ripristinate le normali condizioni democratiche e si affermi una chiara alternatività destra-sinistra, tra le discontinuità da far valere rispetto al governo Monti ce n’è una che riguarda crucialmente la linea dell’austerità. La riflessione su di essa deve illuminare anche la difficile valutazione dei recenti vertici europei. I loro esiti, infatti, vanno soppesati non solo in base alla significatività o meno dei movimenti in direzione dell’adozione del calmieratore degli spread per Paesi con le finanze pubbliche in ordine e della possibilità di operare interventi di ricapitalizzazione delle banche in difficoltà senza influire sui bilanci pubblici. E sotto questo profilo è difficile dubitare del valore dei passi in avanti compiuti in via teorica e di principio e, al tempo stesso, non rimanere perplessi quanto alla loro lunga scansione temporale e ai molti controversi aspetti tecnici. Ma i recenti vertici vanno valutati anche per un altro aspetto decisivo e cioè il fatto che in nessun caso – anche quando la loro significatività venga giudicata totale – si può …