Errani, chiesto il processo: “Non mi dimetto”, di Luigi Spezia
La Procura sostiene di aver letto a fondo le carte e di aver trovato gli elementi sufficienti per mandarlo a processo. La difesa afferma il contrario e, anzi, non teme di dire che i pubblici ministeri «hanno commesso un grave errore». Sarà un battaglia durissima quella che andrà in scena il prossimo 7 novembre nell’ufficio del giudice Bruno Giangiacomo, dove si presenterà il governatore Vasco Errani. La Procura ne chiede il rinvio a giudizio con l’accusa di falso ideologico. Ma il presidente della Regione Emilia-Romagna non ha nessuna intenzione di arrendersi: «Vado avanti. Non parlatemi di dimissioni». La Procura chiede il processo anche per il fratello del presidente, Giovanni, al centro della parte principale della vicenda: un finanziamento pubblico alla sua coop Terremerse, che, secondo le indagini della Finanza, non aveva diritto di ottenere. La vicenda nasce nel 2006, quando Giovanni Errani, presidente della coop, dichiarò con una autocertificazione di aver finito il 31 maggio i lavori per costruire un’innovativa cantina vinicola a Imola. Un anno dopo ottenne un milione di euro (che ora, finita …