Baratta: "in Italia si sistemano gli amici non si forma una vera classe dirigente", di Natalia Aspesi
Più o meno un anno fa, durante una delle solite furenti esagerate tempeste che squassano gli eventi italiani ogni volta che ci mette il naso la politica, cioè sempre, anche quando non sa di che si tratta, il presidente della Biennale Paolo Baratta se ne stette nobilmente zitto. Finita a metà settembre la Mostra del Cinema, tra non sempre eleganti coltellate, il suo venerato direttore Marco Müller, certo dei suoi alti contatti, puntava sulle vedute lungimiranti del fresco ministro dei Beni Culturali, Giancarlo Galan, per essere rinominato lui, e cacciato il Presidente. Infatti, teoricamente accantonato Baratta, fu designato al suo posto quella simpatica e gioviale persona, pure di gran bell’aspetto, che è Giulio Malgara, un tempo amico di Berlusconi e geniale esperto di prodotti commerciali (tipo alimenti per cani e gatti). Venezia insorse, dal sindaco in giù, si raccolsero firme, arrivarono proteste da tutto il mondo della cultura, da Londra a Seul, e Baratta aprì bocca solo per una breve telefonata al ministro che tra l’altro prima gli era stato favorevole: «O io o il …