C’è anche una norma per evitare il ripetersi della «vergogna» esodati all’interno delle modifiche alla riforma del lavoro approvate ieri. L’emendamento al decreto sviluppo votato dalle commissione Finanze e Attività produttive della Camera istituisce «l’archivio dei contratti e degli accordi collettivi di gestione di crisi aziendali». In questo modo sarà sempre possibile tenere sotto controllo i numeri dei futuri «esodati». Il testo nel suo complesso ha subito una riformulazione dopo la trattativa tra partiti che sostengono al maggioranza e il governo. Prevede dieci punti di modifica della riforma Fornero che entra in vigore domani. Molte nelle novità fanno parte delle richieste contenute nell’avviso comune sottoscritto da sindacati e Confindustria. Le principali riguardano la proroga al 31 dicembre 2014 della mobilità secondo le regole attuali. Sul fronte della flessibilità in entrata vengono ridotti gli intervalli tra un contratto e l’altro a tempo determinato, nel caso dei lavori stagionali. La definizione delle pause di lavoro sono demandate alla contrattazione. L’emendamento poi spalma su due anni (anziché uno, come previsto nella riforma) due criteri che servono a individuare le fase partite Iva, cioè la collaborazione con lo stesso committente per più di 8 mesi e l’importo del reddito fino a 18 mila euro. Altra novità per le partite Iva e gli iscritti alla gestione separata dell’Inps è il blocco dell’aumento delle aliquote pensionistiche che nel 2013 restano al 27%. Per compensare le mancate entrata derivanti dal blocco viene accelerato l’aumento delle aliquote dei pensionati che hanno collaborazioni (l’aumento al 24% previsto nel 2018 viene anticipato al 2016). Altre modifiche: le aziende in crisi con prospettiva di ripresa potranno utilizzare la cassa integrazione straordinaria fino al 2015, si agevola il trasferimento dei rami d’azienda per quelle in crisi e si stabilisce che i contratti a termine fino a 6 mesi non siano inclusi nel conteggio del numero dei dipendenti. Nel solo 2013 sarà poi possibile per i «percettori di prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito» integrare il reddito fino a 3 mila euro. Il confronto tra Ministero del Lavoro e parti sociali per una «ricognizione delle prospettive economiche e occupazionali» al fine di «verificare la corrispondenza a tali prospettive della disciplina transitoria e proporre eventuali conseguenti iniziative» infine è previsto entro il 31 ottobre 2014. «La battaglia condotta dal Pd commenta soddisfatto Cesare Damiano, regista dell’emendamento ha conseguito un importante risultato dando attuazione all’impegno del presidente Monti. La scelta di prolungare la mobilità a tutto il 2014 aggiunge mette al sicuro i lavoratori e le imprese di fronte al protrarsi della crisi. Abbiamo concluso positivamente l’intervento di correzione del mercato del lavoro e possiamo dedicarci nella spending review ai cosiddetti esodati. Sono previsti solo 55mila nuovi salvaguardati, un numero insufficiente a risolvere il problema», conclude. «Sono modifiche che recepiscono le indicazioni delle parti ma che non cambiano il giudizio negativo sull’impianto di una riforma che va ridiscussa e modificata commenta Serena Sorrentino, segretario confederale Cgil tre toppe non fanno l’abito nuovo». Più positivi i commenti dagli altri sindacati. «Le modifiche vanno nella giusta direzione e ne miglioreranno l’efficacia: la proroga della mobilità e la clausola di salvaguardia per una verifica dei nuovi ammortizzatori sono importanti», spiega il segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini. «La celerità con la quale il governo ha accettato le integrazioni proposte unitariamente dimostra che il confronto tra le parti sociali è l’unico metodo per trovare le soluzioni necessarie per accompagnare il Paese fuori dalla crisi», afferma il segretario confederale della Uil Gugliemo Loy. «Quando parti sociali, Parlamento e governo si confrontano è possibile raggiungere soluzioni utili per il Paese afferma il segretario confederale dell’Ugl Paolo Varesi ma la partita per uscire dall’emergenza è ancora molto lunga».
l’Unità 18.07.12