Scienziati e ambientalisti contro autotrasportatori. Un ampio schieramento di professori universitari – economisti, sociologi, chimici, fisici, matematici – scende in campo insieme a Legambiente per criticare i tagli alla ricerca imposti dalla “spending review”, in polemica aperta con i contributi statali a favore delle imprese di camion e tir. Sono già una trentina i docenti che hanno firmato un appello che verrà presentato oggi al governo Monti, contestandogli da una parte di sottrarre ai loro progetti 210 milioni di euro in tre anni e dall’altra
di assegnare ai trasportatori di merci su gomma 400 milioni all’anno a carico della collettività. La “santa alleanza” tra mondo scientifico e Legambiente si celebra, per l’occasione, in nome della lotta all’inquinamento atmosferico e in particolare alle emissioni di CO2, diffuse in abbondanza dai “bisonti” delle strade e autostrade. Nel 2010, in base ai dati Ispra, i veicoli pesanti hanno prodotto 22 milioni di tonnellate di anidride carbonica. E l’Italia rischia anche di essere condannata da Bruxelles a pagare multe pesanti se sforerà i limiti stabiliti dai trattati internazionali. Secondo l’associazione presieduta da Vittorio Cogliati Dezza, «bisognerebbe invece puntare sulla manutenzione e l’ammodernamento degli attuali 16.000 chilometri di rete ferroviaria esistente, per un efficace riequilibrio modale, merci e passeggeri».
Di recente l’associazione delle 100mila imprese di categoria, come si legge nel loro sito, aveva lanciato una campagna istituzionale in programmazione sulle reti Mediaset, promossa dall’Albo degli autotrasportatori (ministero Infrastrutture e Trasporti), con lo slogan “Rimettiamo in moto l’Italia”. Ma ora i sottoscrittori dell’appello di Legambiente chiedono, «per qualificare non solo a parole la spesa pubblica», un emendamento al decreto sulla spending review. A loro giudizio, «ne beneficerebbe l’ambiente e farebbe bene alla qualità dello sviluppo tanto invocata».
Tra i primi firmatari, oltre all’astrofisica Margherita Hack, figurano il sociologo Aurelio Angelini, docente all’Università di Palermo e presidente del Comitato scientifico dell’Unesco-Dess; Bernardo Bernardinis, presidente dell’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e Ricerca ambientale); Rino Falcone, direttore dell’Istituto di Scienze e tecnologie della Cognizione del Cnr; Marco Frey, direttore dell’Istituto di Management alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa; Gianni Mattioli, fisico e matematico, docente alla Sapienza di Roma; Simonetta Monechi (Dipartimento Scienze della Terra – Università di Firenze) e Massimo Scalia (Unesco-Dess).
La Repubblica 17.07.12