Pressing bipartisan di Comuni e Regioni sul governo per ottenere una correzione al decreto sulla revisione della spesa pubblica. Martedì 24 i primi cittadini sfileranno davanti al Senato contro la scure. La Toscana scende in campo e chiede all’esecutivo di rinunciare agli F35, mentre il Lazio minaccia: dovremo tagliare le aziende «miste». De Magistris denuncia: a Napoli a rischio l’apertura di scuole e asili. Continua a mietere consensi e adesioni la manifestazione che i sindaci di tutta la penisola terranno a Roma martedì 24 luglio. Dopo l’adesione del primo cittadino di Bologna, Virginio Merola, ieri hanno usato parole forti i sindaci di Torino e Napoli. Per Piero Fassino serve «un’azione molto attenta in Parlamento nell’esame della spending review», occorrono «correzioni» perché se è condivisibile l’obiettivo di fondo, il rigore di bilancio, «non tutti i provvedimenti sono coerenti con questa finalità e alcuni rischiano di incrinare rapporto tra amministratori e cittadini».
Per il suo collega di Napoli Luigi de Magistris la spending review avrà un «contraccolpo drammatico» che mette a rischio fin da settembre l’apertura delle scuole. «Con il provvedimento del governo – spiega De Magistris – non si aprono asili nido e scuole materne, ma noi lo impediremo facendo una delibera per l’apertura delle scuole materne e degli asili nido nella nostra città. Non me la sento di comprimere i diritti primari della Costituzione repubblicana, di fronte a scelte in contrasto con questi principi. Se la spending review viene intesa come tagli agli sprechi ha l’appoggio incondizionato di questa amministrazione, ma – conclude – se significa tagliare diritti costituzionali ci opporremo nelle sedi competenti».
La manifestazione si terrà davanti al Senato perché è quello il ramo del Par- lamento che per primo sta affrontando la conversione del decreto sulla “Revisione di spesa”. La commissione Bilancio ha avviato la discussione esaminando il programma di approfondimenti fatti con l’acquisizione di memorie scritte. Il termine per gli emendamenti è fissato per giovedì 19. Il governo spera di approvare il provvedimen- to al Senato prima della pausa estiva.
Anche il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, ieri ha attaccato le conseguenze della spending review, prima fra tutte la chiusura del tribunale della sua città. Speranza ieri ha scritto al ministro di Giustizia Paola Severi- no, ai presidenti ed ai membri delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato e ha chiesto ai parlamentari calabresi «di incontrarsi lunedì (domani, ndr) prima dell’avvio dei lavori parlamentari per concordare le iniziative da portare avanti», spiegando la ragione «non campanilistica ma oggettiva» di mantenere in città gli attuali uffici giudiziari: «Lamezia è la seconda città per estensione della Calabria e la terza per popolazione. L’applicazione di criteri molto astratti, contenuti nella delega, in Calabria produrrebbe quindi – secondo il sindaco – la soppressione dei nostri uffici giudiziari ed il loro mantenimento in sei città più piccole per estensione, rispetto a Lamezia ed in cinque di loro inferiori per numero di abitanti».
PROPOSTE ALTERNATIVE
Oltre ai Comuni, anche le Regioni, in modo bipartisan, sono sul piede di guerra. E la Toscana è in prima fila. Ieri un documento della maggioranza che guida la Regione ha chiesto una modifica della manovra governativa avanzando tre proposte: «Si acquistino meno caccia F-35, si recuperino alcuni miliardi tassando adeguatamente i detentori dei capitali scudati e si imponga una patrimoniale sulle grandi ricchezze». Nessuna decisione è stata quindi presa sui provvedimenti da assumere per far fronte ai tagli. L’impegno è quello di concentrare l’azione per scongiurare interventi che avrebbero un impatto sociale pesante sui servizi, sulla sanità e sui trasporti. L’idea è quella di sviluppare iniziative con le forze sociali, e i cittadini, coinvolgendo anche i parlamentari eletti in regione, per far modificare la manovra nel cammino parlamentare. «I tagli del governo alla sanità e al sociale – ha spiegato il presidente Enrico Rossi – sono davvero pesanti. Prima la cura di Tremonti e poi quella di Monti rischiano di ridurre all’osso i servizi sanitari anche in Toscana. Noi non vogliamo mettere i ticket, vogliamo che il governo modifichi la manovra: si comprino meno caccia F35, si chieda qualche miliardo ai detentori dei capitali scudati e si metta una minipatrimoniale sulle grandi ricchezze».
Sempre sul fronte Regioni si registra la presa di posizione del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese. «Senza modifiche al testo della legge sulla spending review, la Regione Lazio sarà costretta a sopprimere le sue aziende in house entro il 31 dicembre: Lite, Lazio Service, Sviluppo Lazio. In più sono società indebitate e non possono essere collocate sul mercato e quindi per il personale si prospetta la mobilità», ha spiegato.
L’Unità 15.07.12