Doccia gelida sugli oltre tremilacinquecento docenti che prestano servizio nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, negli uffici scolastici territoriali e in quelli del ministero dell’istruzione svolgendo compiti diversi dall’insegnamento: diventeranno tutti assistenti amministrativi. Sono i docenti dichiarati permanentemente inidonei per motivi di salute a svolgere la funzione di insegnante, ma idonei appunto ad altri compiti quali, ad esempio, quelli elencati nel contratto collettivo nazionale integrativo del 2008: servizio di biblioteca e documentazione; organizzazione di laboratori; supporti didattici ed educativi; supporto nell’utilizzo di audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche e attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell’ambito del progetto d’istituto.
Per loro sembrerebbero infatti sfumate le residue speranze di poter continuare a prestare servizio nelle scuole e nelle sedi da anni occupate per lo svolgimento appunto di compiti diversi dall’insegnamento almeno fino a quando fosse stato loro consentito di partecipare alla mobilità intercompartimentale ovvero chiedere di essere dispensati dal servizio e collocati a riposo secondo le norme in vigore prima della riforma Fornero. Speranze che erano state alimentate dall’articolo 19 del decreto legge 98/2011, convertito nella legge 111/2011 e, soprattutto dalle disposizioni contenute nel decreto ministeriale n. 79 del 12 settembre 2011. I commi 13, 14 e 15 dell’articolo 14 del decreto legge 6 luglio 2012, contenente le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini – spending review -, non lasciano spazio a interpretazione diversa. Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge e quindi entro il prossimo 6 agosto, con decreto del direttore generale dei competenti uffici scolastici regionali, gli inidonei saranno fatti transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario con la qualifica di assistenti amministrativi o tecnici e saranno immessi in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza, tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente ovvero su posti di altra provincia a richiesta dell’interessato. Finora solo in 600 avevano optato per il trasferimento volontario nei ruoli Ata, ipotesi già prevista dal precedente governo. É stato sventato il rischio, che invece esisteva con la previgente normativa, che si applichi la mobilità intercompartimentale, con il trasferimento anche in altra regione. I docenti manterranno il maggiore trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.
Entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, i docenti già titolari delle cattedre di concorso C999, ex enti locali e C555, ex esercitazioni di pratica professionale, con decreto del direttore generale del competente ufficio scolastico regionale, transiteranno nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico. Sono circa 600, spesso hanno il titolo di terza media. Se non possederanno il titolo di studio richiesto per accedere alla qualifica di assistente amministrativo o tecnico, saranno immessi, addirittura, nei ruoli dei collaboratori scolastici( ex bidelli). Una prospettiva di dubbia legittimità nei confronti di personale che ha svolto le funzioni di insegnante tecnico pratico per decine di anni.
Temporaneamente inidonei
Il predetto comma 13 stabilisce, inoltre, e questa è un’altra novità, che anche il personale docente dichiarato temporaneamente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti dovrà essere utilizzato, entro 20 giorni dalla data di notifica del verbale della commissione medica, su posti anche di fatto disponibili di assistente amministrativo o tecnico, prioritariamente nella stessa scuola o comunque nella provincia di appartenenza.
Criteri, procedure e tempi
I criteri e le procedure per dare attuazione delle predette disposizioni dovranno essere emanate con apposito decreto del ministro dell’istruzione, di concerto con il ministro per la funzione pubblica e con quello dell’economia e delle finanze, entro il prossimo 26 luglio. Se i tempi saranno rispettati e se in sede di conversione in legge del decreto non interverranno delle modifiche, tutti gli ex docenti inidonei dovranno presumibilmente assumere servizio, con l’inizio del nuovo anno scolastico, nelle scuole loro assegnate.
Niente dispensa
Nei citati commi dell’articolo 14 del dl 95/2012 non c’è, invece, alcun richiamo all’art. 4 del dm 12/9/2011, n. 79 il quale disponeva, tra l’altro, che considerato che il passaggio in altro ruolo (da docente ad ata, n.d.r.) comportava il cambiamento di stato giuridico, il personale interessato poteva chiedere, in alternativa ai passaggi di ruolo, di essere dispensato dal servizio per motivi di salute, secondo le modalità previste dalla normativa vigente (prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero, n.d.r.) al momento della domanda. Nei confronti degli inidonei non sembra neppure trovare applicazione alcuna delle deroghe alle norme in vigore in materia di accesso al trattamento pensionistico previste per i pubblici dipendenti individuati essere in esubero per effetto delle disposizioni contenute nell’art. 2 del decreto legge n. 95.
Gli effetti economici
Per effetto dell’inquadramento, senza alcuna alternativa, nei ruolo del personale amministrativo, tecnico e ausiliario dei tremilacinquecento docenti permanentemente inidonei, per il prossimo anno scolastico non ci potranno essere presumibilmente nuove immissioni in ruolo nelle qualifiche di assistenti con proporzionale riduzione del numero dei contratti a tempo determinato. Per il solo anno scolastico 2012/2013 i risparmi potrebbero a 55-60 milioni di euro.
La Stampa 10.07.12