"Il declino dei poteri locali", di Ilvo Diamanti
Il territorio. Dopo vent’anni di successi, adesso sembra perdere importanza. Insieme agli attori politici che ne hanno fatto una bandiera. Il “trionfo del territorio” si era materializzato, in modo inequivocabile, alle elezioni politiche del 1992. Interpretato dall’avanzata della Lega Nord, che aveva segnato la crisi definitiva della Prima Repubblica. Spostando il baricentro politico del Paese dal centro alla periferia. Una tendenza rafforzata e istituzionalizzata l’anno seguente, dalla legge 81 del 1993. Che sancisce l’elezione diretta dei sindaci. E, insieme, dei presidenti di Provincia. Sette anni dopo, nel 2000, lo stesso avviene per i presidenti di Regione. Da allora, anch’essi eletti direttamente dai cittadini. Da vent’anni, dunque, l’Italia si è trasformata in uno Stato a presidenzialismo diffuso. Una Repubblica federalista, ma “preterintenzionale”. Divenuta tale, cioè, senza un disegno preciso e condiviso. Quasi per caso. Nel segno del territorio. Esibito come una bandiera, oltre che dalla Lega, dagli amministratori eletti direttamente “dal popolo sovrano”. I sindaci, appunto. Ma anche i presidenti. Di Regione. E di Provincia. Oltre metà delle Province, però, domani potrebbe “scomparire”. O meglio, essere …