Mese: Giugno 2012

"L'euroburocrazia", di Tito Boeri

La crisi dell’Euro ha messo in luce non solo l’inadeguatezza dei leader europei, ma anche i limiti evidenti dell’euroburocrazia. Quando la casa brucia, i pompieri non possono impiegare tre anni per elaborare un piano di salvataggio e altri tre per metterlo in pratica. Eppure la Commissione Europea ha presentato solo in questi giorni il suo piano per l’unione bancaria europea, su cui aveva iniziato a lavorare nel 2009. Questo piano richiederà, nella migliore delle ipotesi, altri tre anni per essere attuato. C’è un rischio non piccolo che quando la direttiva diventerà finalmente operativa, l’oggetto delle sue amorevoli attenzioni, la moneta unica, non ci sia più rendendo tutto questo lavoro del tutto inutile. Su invito della Confederazione Europea dei sindacati, la Commissione Europea sta in questi giorni elaborando anche una sua proposta per il cosiddetto “Social Compact”. L’idea è quella di dare all’Europa condizionalità non solo nell’imporre piani di aggiustamento fiscale (il “Fiscal Compact”), ma anche nell’attuazione di politiche sociali, volte a contenere i costi della crisi. Il proposito è nobile, ma il risultato rischia di …

"“Adesso si scatenerà il panico nessuno vorrà più tornare a casa” tra i terremotati torna la paura", di Jenner Meletti

La notizia arriva al bar Fly mentre come ogni sera si sta distribuendo un piatto di pasta a chi non se la sente di fare la fila nella tendopoli. «Sì, ci mancava solo questa», dice il titolare, Matteo Veronesi detto Teo, uno dei pilastri della resistenza contro il terremoto. «Adesso sì che si rischia il panico. Fino a pochi minuti fa c’era un’aria diversa, quasi di speranza. Insomma, il terremoto si è spostato da un’altra parte e noi abbiamo pensato: forse abbiamo finito la nostra dose. Invece adesso dicono che ci siamo ancora dentro, anzi, che possono arrivare nuove forti scosse. Stavamo già lavorando per accelerare i tempi, per tornare a casa. Ci sono case come la mia che vanno incatenate altrimenti se arriva un’altra sberla — e questo lo dicevamo anche prima dell’allarme della commissione Grandi Rischi — cade giù del tutto. Adesso quali saranno le imprese che entreranno in zona rossa per fare i lavori? Ma la cosa più grave è che questo allarme farà tornare indietro la testa della gente di venti …

"La road map di Bersani convince tutti. Un mese per decidere quali primarie", Rudy Francesco Calvo

Gazebo per aprire il campo dei riformisti e scegliere il premier, poi patto di legislatura coi moderati. Per Pier Luigi Bersani quella di ieri «è stata una bella giornata» (sono parole sue), in cui è riuscito a mettere tutti d’accordo nel suo partito, ottenendo un sì unanime alla sua relazione, che ha aperto la riunione della direzione nazionale. Certo, sul percorso che lui ha individuato, soprattutto per quanto riguarda le regole delle primarie, rimangono forti dubbi tra i dirigenti democrat. Ma il segretario, in direzione, ha voluto lanciare un messaggio quanto più possibile chiaro: «Il senso per un cittadino è che noi, a differenza di tutti gli altri, gli facciamo scegliere il candidato premier. Poi come, fra chi, fra quanti, lo decidiamo». Di sicuro, saranno primarie «aperte», cioè alle quali potranno partecipare esponenti di altri partiti, personalità singole o sostenute da liste civiche che decidono di prendere parte al «campo democratico e progressista» e, come preannunciato, altri iscritti al Pd. Oltre al segretario, ovviamente, che si è già candidato. Si tratta, però, solo del punto …

"Chiudono 42 aziende al giorno crolla la produzione, decreto in bilico", di Roberto Mania

L’Italia sta per esplodere. La crisi sta corrodendo il tessuto sociale. «La protesta civile rischia di esondare in rivoli minacciosi e inaccettabili », dice Jacopo Morelli, presidente dei Giovani di Confindustria, aprendo il convegno a Santa Margherita Ligure, proprio mentre l’Istat da Roma comunica che la produzione industriale ad aprile è letteralmente crollata: meno 9,2% rispetto all’anno scorso, il livello più basso dal 2009. Una gelata. Che certo non sarà sciolta dal decreto per lo Sviluppo, ormai spolpato dagli altolà della Ragioneria, e probabilmente destinato ad essere approvato la prossima settimana sempre che all’interno del governo, al di là delle smentite di rito, si trovi una linea condivisa. Così le provocazioni intellettuali, pure un po’ ciarlatane, che hanno alimentato i dibattiti delle edizioni precedenti, sono scomparse tra i confindustriali junior. Sì, c’è ancora un po’ di sfarzo molto provinciale, qualche Suv di troppo, qualche tubino nero con annesso tacco dodici modello palazzo Grazioli, ma ora anche gli industriali under 40 fanno i conti con la recessione. Verrebbe da dire che sono diventati quasi sobri e …

"La posta in gioco", di Claudio Sardo

Quella del Pd non è una sfida interna tra leader o tra correnti. Non è neppure una competizione con i vicini. O una battaglia di principio contro Grillo. La questione riguarda il governo del Paese – anzi la sua ricostruzione economica, civile, politica – nel mezzo della crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. E in gioco non c’è soltanto una breve stagione. L’impressione è che al bivio nel quale ci troviamo possiamo perdere cose che abbiamo a lungo immaginato come acquisizioni definitive: il modello sociale europeo, inteso non solo come standard di welfare ma anche come garante di opportunità diffuse, e al fondo la qualità stessa della democrazia. Sì. La crisi economica e l’incapacità politica dell’Europa stanno rischiando di compromettere il paradigma democratico: a che serve la politica se non è capace di regolare i mercati e di correggerne gli effetti nella società? Il compito (storico) del Pd è costruire una proposta di governo che sia all’altezza di questa sfida. Il Pd è oggi sulla scena il solo partito nazionale in grado di fornire …

"L'ora dei tecnici a Viale Mazzini", di Giovanni Valentini

Semmai ha tardato fin troppo. Sono passati più di cinque mesi da quando il presidente del Consiglio annunciò in televisione che l’esecutivo avrebbe risolto “in poche settimane” la questione Rai e nel frattempo la situazione dell’azienda di Stato è andata ulteriormente deteriorandosi. Uno dei primi impegni del nuovo presidente e del nuovo direttore generale, anzi, dovrà essere quello di verificare l’attendibilità del bilancio, per denunciarne eventuali buchi o carenze. L’anno prossimo i conti bisognerà farli tornare e possibilmente alla luce del sole, senza artifici o maquillage finanziari. Altrimenti, meglio commissariare formalmente l’azienda per salvare il salvabile. Ma è soprattutto sul piano dell’informazione – dalla tv alla radio – che il nuovo vertice di viale Mazzini è chiamato a garantire quel pluralismo e quella libertà di espressione che sono stati finora soffocati, mortificati o addirittura espulsi, compromettendo così la stessa sopravvivenza del servizio pubblico. Sopravvivenza economica, ma ancor prima istituzionale, civile, sociale. Dai Tg ai Gr, la Rai deve essere sottratta definitivamente all’oppressione della partitocrazia per essere restituita al controllo dei cittadini, telespettatori e abbonati. In …

"Cosa c'è sotto l'Italia", di Mario Tozzi

Sotto la Pianura Padana, il luogo anche simbolicamente più tranquillo e produttivo del paese, non c’è un mostro e nemmeno un killer silenzioso e infido. Però là sotto si annida una realtà geologica che non rassicura e che, anzi, allarma cittadini e istituzioni. Successioni di rocce stratificate che giacciono piegate e spezzate al di sotto dei sedimenti sabbiosi del Po, un frammento avanzato del continente africano che si scontra con quello europeo da milioni di anni. Da questa collisione sono nati Alpi e Appennini, e da questa collisione derivano i fenomeni vulcanici del Sud Italia e, più o meno direttamente, i sismi dell’intero Paese. Conosciamo bene questa grande piega sotterranea allungata per decine di km in direzione Est-Ovest da Modena a Ravenna. È ben rappresentata nelle mappe e nelle sezioni geologiche e sappiamo che si trova attualmente in uno stato di stress attivo che ha già generato almeno tre rotture di rocce in punti diversi: Finale Emilia, Mirandola e Ravenna per semplificare. Purtroppo l’osservazione diretta di queste strutture geologiche non è possibile: non basterebbe un …