Mese: Giugno 2012

"Il lavoro: giovani per la pensione, vecchi per un posto a 40 anni con l’incubo della disoccupazione", di Roberto Mania

Scarti a 40 anni. Scarti dopo aver perso un lavoro e non riuscirne a trovare un altro. Scarti. Quella degli over 40 espulsi dal mercato del lavoro rischia di diventare presto una nuova emergenza sociale. Perché non ci sono solo i giovani precari del lavoro. Secondo alcune stime sarebbero quasi un milione e mezzo i disoccupati e gli scoraggiati cosiddetti “maturi” (età media 45 anni), troppo giovani per la pensione, troppo vecchi per una nuova occupazione stabile. Con una differenza: i giovani possono tornare (e in molti casi lo fanno) alla famiglia d’origine, i “vecchi” hanno moglie e figli da mantenere e un mutuo da pagare. Il 65% dei disoccupati over 40 è capofamiglia, l’80% è uomo. È una vita che finisce quando si viene licenziati a 40 anni e passa. Ne comincia un’altra dominata dall’incertezza. Meno del 5% ritrova un lavoro solido. Non si torna più indietro. È uno sconquasso, anche emotivo. Gli esodati, nuova categoria sociale prodotta dall’ultima durissima riforma delle pensioni, ci hanno mostrato un pezzo del fenomeno in carne ed ossa …

"Per fronteggiare la crisi serve un Piano del Lavoro", di Laura Pennacchi

Il dinamismo impresso da Bersani all’iniziativa politica del Pd con la proposta congiunta «carta di intenti/primarie aperte» rilancia l’elaborazione valoriale, progettuale, programmatica, nel cui ambito le problematiche di medio periodo dovranno inevitabilmente misurarsi con quelle immediate. L’emergenza economico-sociale da fronteggiare è di proporzioni immani. Se guardiamo alla catastrofe che incombe sulla Grecia e al possibile dilagare della crisi bancaria spagnola, vediamo che non è sconfitto il rischio di una deflagrazione dell’euro e dell’intera Europa. La recessione avanza in tutti i Paesi europei e in Italia il cui Pil si prevede crolli nel 2012 fino al -2% non abbiamo ancora raggiunto l’apice perché il picco negativo è atteso verso la fine dell’anno e nei primi mesi del 2013, quando entreranno in vigore le misure di austerità recessiva già prese nel 2011. E il governo Monti si è impegnato ad adottare se niente varierà nel quadro istituzionale, per esempio con un rinvio nel raggiungimento del pareggio di bilancio ben altri 40 miliardi netti di manovra finanziaria. A dare la misura della gravità è l’esplosione della disoccupazione: dei …

“Nessuno è al riparo dal contagio” Monti in pressing sulla Merkel su investimenti e project bond, di Francesco Bei

È sabato pomeriggio quando lo spettro di un attacco speculativo contro i titoli italiani si materializza sugli schermi al plasma del ministero dell’Economia. E’ in corso la conference call dei ministri dell’eurozona, chiamati al capezzale di Madrid per evitare una bancarotta come la Grecia, ma è l’Italia ad angosciare di più le cancellerie europee. E sono proprio i rappresentanti del governo tedesco – con Monti collegato da Milano e il viceministro Grilli nella sede di Roma – a far saltare l’ultimo tabù, dichiarando esplicitamente la loro preoccupazione per il rischio di un «contagio » dell’Italia. La situazione è estremanente grave e già questa mattina, all’apertura dei mercati, Monti, Grilli, Moavero e tutta la squadra che in questi giorni sta affrontando l’emergenza, avrà gli occhi incollati ai monitor per verificare se gli investitori si fidano di quell’ultimo firewall da 100 miliardi di euro eretto a favore di Madrid. Perché nel governo ne sono tutti consapevoli: «Dopo la Spagna ci siamo noi». Con l’accettazione del mega-prestito europeo Madrid si è aggiunta infatti all’elenco di Grecia, Irlanda e …

"Mozart e Abbado grande successo della solidarietà", di Caterina Giusberti

Un teatro gremito, per Claudio Abbado e per i terremotati. Senza vip, né habitués perché i 1.234 posti del teatro Manzoni di Bologna, che ieri ha ospitato la “Prova di solidarietà” voluta dall’Orchestra Mozart con “La Repubblica delle idee”, andati a ruba in sole 72 ore, li hanno acquistati ragazzi, giovani, anziani, coppie di fidanzati. Un pubblico popolare, come di rado si vede ai concerti di musica sinfonica, popolare e informale, come informale era ieri sera anche l’Orchestra, con i suoi giovani musicisti vestiti in jeans e t-shirt. È a questo pubblico che si è rivolto il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, nel presentare la prova generale che l’Orchestra Mozart ha voluto aprire a tutti (il concerto sarà stasera) in segno di solidarietà con le persone colpite dal terremoto in Emilia, a fianco della “Repubblica delle idee” che da giovedì a domenica riempirà i palazzi e le piazze di Bologna. «Siamo e saremo a Bologna perché stiamo con l’Emilia», ha esordito il direttore dal palco, applaudito da una platea composita, tante giovani coppie ma anche …

"Terremoto, nasce il marchio EmiliAmo: 100 donne imprenditrici e negozianti unite per fare business", di Paolo Bricco

Se cento vi sembran poche. Sono le donne del cratere. Le mogli e le mamme, ma anche le imprenditrici e le negozianti. Della Bassa Modenese e dell’Alto Ferrarese. E, appena fuori dal raggio della morte e della distruzione del terremoto, di Modena. Si sono riunite dando vita al network EmiliAmo. «Non vorremmo sembrare delle sentimentali disorganizzate – dice la loro coordinatrice, Claudia Miglia, di professione consulente aziendale – in realtà siamo delle pragmatiche organizzate. La scelta del nome, dal nome Emilia e dal verbo amare, risponde a una precisa scelta di branding: abbiamo creato un marchio che garantisca una sorta di certificazione di qualità». Una certificazione di qualità finalizzata a due precise attività economiche: la vendita dei prodotti degli esercizi commerciali oggi chiusi per il terremoto e la pressione sulla politica nazionale e locale perché la ricostruzione avvenga con il recupero dei centri storici, cuori pulsanti oggi feriti di queste comunità economiche e civili. «Stare insieme ci fa bene – racconta Claudia – ma soprattutto ci permette di reagire con forza a qualunque ipotesi di …

"Rai, le nomine alla prova dei veti del Pdl in Vigilanza", di Natalia Lombardo

All’indomani della spiazzante mossa di Mario Monti con le nomine di altri super tecnici alla guida della Rai, è incerto l’esito di tutta la partita, che potrebbe essere ostacolata dai meccanismi della stessa legge Gasparri che il premier ha rinunciato a cambiare per i veti del Pdl. Un match si aprirà in commissione di Vigilanza tra il 12 e il 20 giugno, considerato il fatto che il Pd, con Pier Luigi Bersani, è rimasto sul punto: davanti a nomine «credibili», come quella di Anna Maria Tarantola, «non faremo mancare il voto,mai partiti non devono partecipare alle nomine e quindi, per quanto riguarda i nostri, non li nominiamo». Il Pd, quindi, si tiene fuori dal Cda, ma permetterà che la presidente designata raggiunga i due terzi dei voti, 27 su 40. Ammesso che nasca un nuovo Cda, il Pdl potrebbe però fare le barricate sul nuovo direttore generale indicato da Monti. Lorenza Lei, la dg che fino all’ultimo era convinta di vivacchiare in proroga fino alle elezioni, da venerdì sera ha fatto fuoco e fiamme, raccontano …

"Politica industriale, un dossier chiuso da oltre dieci anni", di Paolo Bonaretti

Siamo all’allarme rosso. La crisi che la manifattura sta attraversando rischia di mettere in discussione l’identità e il ruolo che il nostro Paese ha nell’economia mondiale, lasciando di fronte a noi una prospettiva di vuoto. La crisi dell’industria sta compromettendo gravemente la competitività del lavoro e delle imprese italiane, dell’insieme della nostra economia, i livelli occupazionali, di consumo e di reddito delle famiglie, del sistema di welfare ed in generale della coesione sociale del Paese. L’indice della produzione industriale scende di quasi 2 punti in un mese e del 9,2% su base annua, il peggior risultato degli ultimi anni. Ma il dato più preoccupante, ormai drammatico è che l’indice, sta scendendo ormai ininterrottamente da 12 mesi senza alcun segno di rallentamento, anzi. Insomma, ci siamo ormai dimenticati della timida ripresa della produzione del secondo semestre del 2011 e ci ritroviamo ancora sotto di 16 punti (!) percentuali rispetto al livello del 2005: un disastro. Un ruolo esiziale lo ha giocato e lo gioca la colpevole assenza di un quadro di riferimento per le politiche industriali. …