Mese: Giugno 2012

"Dalla Cassa depositi e prestiti un soccorso ai Comuni senza soldi", di Luca Pagni

Un aiuto finanziario ai Comuni in crisi di liquidità. Il senso del provvedimento che farà di Cassa Depositi e Prestiti il nuovo perno attorno a cui ruotare il sistema dei servizi pubblici locali è tutto qui. Far arrivare con continuità fondi freschi ai sindaci sempre più in difficoltà nel far quadrare il bilancio. Sia portando la Cassa nel capitale delle aziende che distribuiscono luce, gas, acqua e gestiscono il servizi rifiuti; e sia aprendo all’ingresso di possibili investitori privati. In gergo tecnico si chiamano utility. Per decenni sono state il bancomat dei Comuni. Quando una giunta era in crisi di liquidità o più semplicemente aveva bisogno di aprire urgentemente un cantiere bastava una telefonata e il direttore generale dell’azienda locale provvedeva. Con la trasformazione in società per azioni e ancora di più da quando le più grandi utility sono state collocate in Borsa, i Comuni si sono dovuti “rassegnare” ai comportamenti di tutti i soci di aziende quotate: ritirare i dividendi soltanto una volta all’anno e interferire il meno possibile con l’attività dei manager. Ma …

"Terremoto, la scuola riprenderà nei container", di Giulia Gentile

A Finale Emilia, in provincia di Modena, dove il terremoto ha picchiato duro dalla prima scossa del 20 maggio, hanno fatto l’en-plein: su otto istituti, dalle materne alle superiori, otto sono inagibili. «Siamo messi bene» ironizza amaro il sindaco, Fernando Ferioli. A Cavezzo, sempre nel Modenese, quasi l’80% degli edifici è stato distrutto dalle continue scosse. E su tre plessi scolastici, si conta di rimetterne in piedi per settembre uno, le medie. A Mirandola, poi, gli alunni delle superiori si mettano l’anima in pace: tutti verranno trasferiti, e «almeno per cinque anni», ipotizza l’assessore comunale alla Scuola Lara Cavicchioli – in strutture mobili, nell’area intorno alla piscina comunale. Parla di migliaia di studenti che, a settembre, riprenderanno le lezioni non più nel banco cui si erano affezionati, il viaggio fra gli istituti scolastici della “bassa” ancora morsa dalle scosse di terremoto. Sei, ma “appena” sopra il secondo grado della scala Richter, le “botte” registrate nella notte fra giovedì e ieri dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Mentre alle 10,59 di ieri mattina la terra ha …

"Diritti, abbiamo fatto il primo passo", di Margherita Miotto

Il Pd è stato di parola ed è riuscito a superare la prova della pluralità e della laicità sulla difficile frontiera dei diritti. Nel comitato presieduto da Rosy Bindi si è fatto un cammino straordinario di elaborazione culturale con l’ascolto e il rispetto reciproco, grazie al prezioso contributo di personalità esterne al partito. Abbiamo sperimentato cosa significa essere un partito che non vive la propria identità all’insegna dell’autosufficienza, ma che anzi avverte come indispensabile l’apertura alla ricchezza del mondo della cultura e della ricerca. Il documento che il professor Michele Nicoletti ha redatto e che giovedì scorso, al termine dei nostri lavori, è stato consegnato al segretario Bersani è un tassello molto importante di quella nuova cultura politica necessaria a consolidare il ruolo politico e di governo dei democratici. Un tassello che è stato ampiamente condiviso, nella sua impostazione generale e nelle sue linee fondamentali. La condivisione credo sia un valore ben superiore all’unanimismo, è comune assunzione di responsabilità senza che vengano meno le distinzioni, che pure si sono registrate e che tuttavia non hanno …

Bersani: "Il lavoro per noi è centrale", di Maria Zegarelli

Il segretario: non ti fa solo mantenere la famiglia, è la tua dignità, è la tua quota di trasformazione del mondo e ne hai diritto. Saranno questi i pilastri del progetto politico attorno ai quali il Partito democratico vuole costruire l’alternativa di governo. «Perché il lavoro non è solo quello che ti fa mantenere la famiglia, è la tua dignità, è la tua quota di trasformazione del mondo e ne hai diritto». E forse è proprio questo uno dei passaggi più applauditi dell’intervento con cui Pier Luigi Bersani ha chiuso ieri a Napoli i lavori della seconda Conferenza nazionale sul lavoro del suo partito. Un intervento che non ha risparmiato critiche al governo, a Silvio Berlusconi (per il patto con l’Ue per il pareggio di bilancio), al ministro Fornero e alla (non) politica della zona Ue e alle non politiche, a iniziare da quella industriale, italiane. A proposito delle liberalizzazioni dell’era Monti il segretario Pd perde la pazienza e si lascia scappare una parolaccia. «Se un anziano ha gli occhi secchi e va a comprare …

"La Rai dei tecnici alla prova del video", di Giovanni Valentini

Ma “fare politica” non vuole dire necessariamente “mettersi in politica” […]. Vuol dire essere cittadini informati e partecipare attivamente al dibattito che può cambiare una società democratica. (da “Italia, cresci o esci!” di Roger Abravanel e Luca D’Agnese – Garzanti, 2012 – pag. 155). Se tutto andrà bene, dunque, la prossima settimana la Commissione di Vigilanza nominerà i sette consiglieri di amministrazione della Rai su nove che la legge Gasparri attribuisce al Parlamento. In base alle candidature e ai curricula che nel frattempo saranno stati presentati, e secondo gli attuali rapporti di forza fra i partiti, si procederà alla consueta lottizzazione politica: tre posti al Pdl; uno a testa alla Lega e all’Udc; e infine due di “area centrosinistra” che il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, dopo un ripensamento in extremis, ha chiesto di indicare a quattro associazioni della società civile. In ogni caso, non cambierà la “governance” ed è chiaro fin d’ora che l’ex maggioranza di centrodestra continuerà a controllare il cda della Rai. Ai sette consiglieri di estrazione parlamentare, vanno aggiunti infatti il …

"Il concorso è superato, ma all'Ateneo il posto dov'è?", Mariagrazia Gerina

Un migliaio di vincitori del Sud attendono l’assunzione. Colpa dei vincoli di bilancio imposti alle Università dopo le prove. Il nodo dei finanziamenti che non arrivano mai. Quando hanno sentito il ministro Profumo annunciare che gli atenei torneranno a bandire concorsi per aprire le porte a una nuova generazione di professori universitari, hanno pensato ancora una volta che davvero l’Italia è uno strano paese. Come se bastasse un concorso o una abilitazione nazionale per invertire il corso delle cose e far ripartire il tanto sospirato ricambio generazionale. «Non basterà», ripetono. Loro lo sanno bene. Perché un concorso l’hanno vinto. Chi per diventare ricercatore a tempo indeterminato, chi professore associato, chi ordinario. Quella sventagliata di concorsi, banditi dagli atenei di tutta Italia, doveva essere l’ultima chiamata prima della riforma Gelmini. Solo che, anni dopo aver superato con successo la prova, una buona parte dei vincitori attende ancora di essere chiamato a prendere servizio: 475 ordinari, 600 associati e una cinquantina di ricercatori, precipitati nel limbo. Il merito non c’entra nulla. C’entrano solo i vincoli di bilancio …

"Decreto sviluppo. Ora ci vuole più coraggio", di Patrizio Bianchi*

Alla fine è uscito il decreto sviluppo. Fin dall’inizio abbiamo sostenuto che, accanto all’intervento riguardante la drastica riduzione delle spese pubbliche e l’aumento delle imposizioni, si dovesse porre anche un intervento a forte sostegno della crescita. Non avevamo mai creduto ad una fase uno e ad una fase due. Il decreto approvato in queste ultime ore continua a mettere insieme una varietà di strumenti fra loro molto differenziati, ognuno dei quali sicuramente utile, ma che tuttavia faticano ancora a definire una vera linea di crescita dello sviluppo produttivo. Sicuramente la spiegazione che ne viene data in premessa appare convincente: bisogna attivare molteplici leve non per stimolare la rianimazione di un corpo in coma, ma per stimolare le forze interne ad un’economia da troppo tempo assopita. Da oltre 20 anni infatti l’Italia cresce meno di altri Paesi proprio perché nei processi di apertura internazionale e di globalizzazione il nostro sistema produttivo si è divaricato segnando una frattura netta fra le imprese che hanno saldamente afferrato il treno della globalizzazione e quelle che invece lo hanno subito, …