Mese: Giugno 2012

"La scienza delle donne. In Italia subiamo il ritardo culturale", di Maria Novella De Luca

Non è soltanto una questione di genere. Femminile nello specifico. È, piuttosto, in Italia, «un ritardo culturale e globale» nei confronti della scienza, e soprattutto dell’insegnamento delle materie scientifiche. Ragazze o ragazzi, non importa. Lucia Votano, 63 anni, fisica nucleare, è dal 2009 il primo direttore donna dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso. E con la stessa chiarezza con cui spiega perché i neutrini ci aiutano a capire l’universo, dimostra che la diffidenza nei confronti delle lauree scientifiche nasce ben prima dell’università, ma già sui banchi di scuola, fin da bambini. Votano, lei parla di ritardo culturale… «Provo a fare un esempio. Una persona ben istruita si vergognerebbe molto a dover ammettere di non conoscere, mettiamo, Petrarca. Mentre la stessa persona potrebbe con un sorriso affermare di non capire nulla di matematica e fisica, senza sentirsi per questo meno colta. Perché ancora oggi in Italia la Scienza è relegata in un ambito laterale sia dell’insegnamento che della cultura in generale». Ragazze, ragazzi: i dati segnalano però che il numero delle scienziate è assai inferiore a …

"Riforme, non fermiamoci qui", di Debora Serracchiani

C’è da supporre che il taglio dei deputati votato al senato non soddisferà la voglia di fare “piazza pulita” con la politica che circola per il paese. È un dramma degli italiani non aver mai fatto una vera rivoluzione e non esser nemmeno mai riusciti a far propria l’autentica cultura del riformismo europeo. Cultura che nelle istituzioni della democrazia, nelle formazioni della politica e nei corpi sociali ha il contravveleno ai morbi della stagnazione economica e dell’arretramento sociale. Passata la virtuosa fase costituente, quella attuale sarebbe, con Tangentopoli, la seconda volta che nel dopoguerra l’Italia viene scossa dal sussulto antipartitico, tanto da far temere che, concluso l’ingabbiamento in cui la teneva la guerra fredda, la politica non sia in grado di ritrovare la fibra morale e la capacità razionale di dare al paese e a se stessa le regole nuove. Regole trasparenti e ragionevoli, di cui tutti si rendono conto che c’è bisogno: dai cittadini all’Unione europea. Due esempi per tutti, la riduzione (vera) dei costi della politica e una legge (vera) contro la corruzione. …

"Le ragioni dei deboli", di Luciano Gallino

Questa volta la Fiat ha perso seccamente. Aveva quattro fattori contro: troppi anche per la sua potenza legale ed economica. C’erano le ragioni della Fiom: come si fa a escludere da una fabbrica meccanica il sindacato più rappresentativo del settore, come si può pensare di impedirgli di nominare i propri rappresentanti? C’era una direttiva della Commissione europea, che non ammette discriminazioni di sorta nell’assunzione di lavoratori. Si è aggiunto un professore di statistica inglese, che ha ridicolizzato le affermazioni dei capi di Pomigliano secondo le quali non c’era stata nessuna discriminazione: era un puro caso se su oltre duemila assunti nella nuova società nata nella vecchia sede nemmeno uno risultava iscritto alla Fiom. Infine c’è stato un Tribunale che sembra non abbia guardato in faccia nessuno: ha trovato una direttiva europea favorevole ai lavoratori Fiom e su di essa ha fatto leva per emettere la sua sentenza. Non era scontato: da tempo infatti la giurisprudenza del lavoro ha dato sovente il maggior peso alle ragioni delle imprese, proprio in tema di licenziamenti, che non a …

"Si abbandoni la filosofia della lentezza", di Mario Calabresi

Una settimana per evitare di trovarsi di fronte a uno scenario da incubo, una settimana che comincia oggi a Roma e si concluderà alla fine del mese a Bruxelles. Una settimana per accantonare quella «filosofia della lentezza» che sembra aver ispirato l’Europa nell’ultimo anno. Una sola settimana per scongiurare «attacchi speculativi sempre maggiori» e «tassi di interesse sempre più alti». Mario Monti ha accettato di parlare direttamente all’opinione pubblica dei sei maggiori Paesi europei per mostrare un percorso virtuoso capace di convincere i cittadini e i mercati che l’euro è «indissolubile e irrevocabile». Il Professore è convinto che le possibilità per farcela esistano e rivendica per l’Italia il rispetto degli impegni e la capacità di fare da ponte tra Francia e Germania. Sono passati pochi mesi da quel vertice autunnale di Cannes in cui Silvio Berlusconi si trovò nell’angolo e il nostro Paese sotto accusa, ma oggi sembra passato un secolo tanto che è stato Monti ad invitare a Roma Merkel e Hollande per rafforzare il percorso verso il summit di Bruxelles. E il nostro …

"Chi gioca allo sfascio", di Carlo Galli

Sono molti i piani su cui deve essere valutata tutta la vicenda che ruota intorno al caso Mancino-Procure-Quirinale; una vicenda che ha prodotto un irritatissimo comunicato della Presidenza della Repubblica. Da un punto di vista giuridico-penale, con buona pace di Antonio Di Pietro, non vi è nulla di rilevante a carico del presidente Napolitano. Il quale, anzi, ha correttamente esercitato le proprie prerogative. QUANDO con lettera ufficiale e pubblica ha invitato il pg della Cassazione a far sì che le procure di Caltanissetta, Palermo e Firenze si coordinino tra di loro, per il miglior funzionamento della Giustizia – che è tutt’altro che un’interferenza nelle indagini, ma anzi è quanto il presidente del Csm (appunto, Napolitano) deve fare in virtù del proprio ufficio –. Vi è poi un livello prudenziale, di stile; e qui si può affermare che vi è stata qualche telefonata, e qualche risposta, di troppo. Il senatore Mancino si è mosso come se fosse ancora in grado di esercitare un qualche controllo sulle toghe, o come se fosse molto preoccupato di quanto può …

"Merito, il profumo della divagazione", di Walter Tocci

Nell’ultimo anno sono diminuite del 10% le immatricolazioni all’università. Un risultato clamoroso, inaspettato e preoccupante. Da dieci anni quel dato era sempre in crescita e sembrava possibile recuperare lo storico ritardo della nostra dotazione di laureati, circa la metà rispetto all’Europa. Di questa emergenza nazionale si dovrebbe occupare il ministro dell`Università, se non avesse la testa altrove. Secondo il suo disegno di legge la priorità è nelle Olimpiadi degli studenti. Simpatica iniziativa che già oggi viene realizzata in autonomia dalle scuole e dal volontariato. Perché deve essere statalizzata? Non c`è alcun motivo pratico, c`è solo una reminiscenza da Littoriali, come dice lo storico Piero Bevilacqua. Altrettanto inutile è l`articolo che premia gli studenti migliori nell`accesso all`università per il semplice motivo che la norma esiste già, col decreto legislativo 21/200 8, e anzi è stato proprio il ministro a chiedere al Parlamento di non applicarla con il decreto milleproroghe. Si propongono nuove leggi sul merito mentre si bloccano quelle esistenti. È più facile distrarre l`opinione pubblica con la chiacchiera sul primo della classe piuttosto che chiudere …

“Se ai giovani chiediamo le risposte alla crisi”, di Francesco Piccolo

È molto interessante la scelta delle tracce dell’esame di maturità di quest’anno. In pratica, vengono coinvolti direttamente i maturandi. Si parla di loro, e del loro futuro. E il tema sulla crisi economica, incentrato sulle conseguenze cadute sul lavoro, è stato scelto dalla larga maggioranza degli studenti. Vuol dire sia che l’interesse per l’argomento è molto vivo (e ci mancherebbe) sia che probabilmente tra le esercitazioni preparatorie era senz’altro affiorato. Affrontare il tema della crisi significa mettere in campo varie possibilità: autobiografiche, generazionali, stereotipate oppure originali — e le differenze avranno caratterizzato le singole scelte. Ma la caratteristica complessiva delle tracce di quest’anno è stata quella di mettere gli scriventi direttamente di fronte ai loro problemi, sia esistenziali (la frase famosa di Nizan che spazzò via per sempre l’idea di un’età superficiale e allegra) sia socio-economici. Metterli di fronte a quello che si prospetta all’uscita dalla carriera scolastica. Un bel coraggio, un segno forte — ma ambiguo, perché è allo stesso tempo una sorta di resa davanti ai numeri, e una spinta propulsiva alle soluzioni …