Per capire se questo Paese può avere ancora un futuro, bisogna arrivare fin nel cuore della Locride, in un pomeriggio di giugno, laciarsi alle spalle gli eterni cantieri della Salerno-Reggio Calabria, gli abusi anche quelli non finiti, le brutture, gli abbandoni, arrivare a Gerace, con le sue «cento chiese», il suo borgo, tra i più suggestivi d’Italia. E a ascoltare le storie, le voci, le lotte quotidiane delle donne di Calabria, che si intrecciano sciamando verso Piazza del Tocco, dove, ospiti del sindaco Giuseppe –, si sono date appuntamento per celebrare, sotto la canicola estiva, il loro «Se non ora quando». Al grido: «La Calabria è delle donne». Donne coraggio, donne imprenditrici, come Raffaella Rinaldis che la prossima settimana terrà a battesimo la sua «Fimmina tv», insegnanti, presidi, artigiane, come Tina Macrì che ha recuperato l’uso del telaio per tessere preziosi tessuti antichi, artiste, donne che si sono ribellate alla ‘ndrangheta e alla Calabria come è sempre stata. E poi le sindache. La sindaca di Monasterace Maria Carmela Lanzetta, che si dimise per dire al …