La sentenza del tribunale di Roma che impone alla Fiat di assumere 145 cassintegrati della Fiom per sanare la discriminazione messa in atto dall’azienda a Pomigliano (nessun iscritto alla Cgil su oltre 2.000 assunti nella nuova fabbrica) «è folklore locale». Di più, è la dimostrazione «delle difficoltà che incontrano gli imprenditori a investire in Italia» perché «questa legge non esiste in nessuna parte del mondo. E’ un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali». Così un irritato Sergio Marchionne commenta, dopo giorni di silenzio,
la sentenza su Pomigliano che conferma la discriminazione attuata dai dirigenti del Lingotto nei confronti della Cgil. L’ad del Lingotto parla dalla Cina, dove ieri ha inaugurato il nuovo stabilimento che produrrà la Viaggio, la nuova world car destinata a riportare a livelli accettabili la presenza dell’azienda di Torino nel paese.
E’ sull’Italia che si concentra il fuoco della polemica. Il ministero dello Sviluppo convoca il 16 luglio azienda e sindacati sul dossier Terimini Imerese. Ma sono le parole di Marchionne su Pomigliano ad accendere la miccia. Dopo aver definito «folklore» la sentenza di un tribunale della Repubblica, l’ad si corregge: «La Fiat rispetterà
comunque le sentenze». I diretti interessati, cioè i dirigenti della Fiom, reagiscono con qualche sarcasmo: «Vedo che Marchionne continua a portare in giro per il mondo un’idea folkloristica del-l’Italia di Pulcinella — dice Giorgio Airaudo — ma provi ad assumere in una fabbrica americana discriminando gli iscritti a un sindacato e poi vediamo se ci riesce».
Nel pomeriggio il braccio di ferro continua. Con un comunicato il Lingotto attacca l’organizzazione di Landini accusandola di aver indetto uno sciopero di quattro ore ieri sera alla Sevel di Val di Sangro «in concomitanza con la partita della nazionale». Immediata la replica della Fiom dello stabilimento: «La Fiat ha concesso
500 permessi su 2.000 addetti in concomitanza con la partita. Nessuno è così ingenuo da perdere sessanta euro con la giornata di sciopero per vedere una partita che l’azienda stessa consentiva di potersi godere in pace». La Fiat ha ulteriormente controreplicato che «in ogni caso anche lo sciopero indetto dalla Fiom è fallito». Landini ha ammesso che «proclamare uno sciopero in concomitanza con la partita è un errore». La guerra continua e promette nuove puntate a partire da domenica quando Marchionne parteciperà a Torino al lancio del nuovo Inveco Stralis. Quasi in concomitanza con la finale degli Europei.
la Repubblica 29.06.12