Il vertice dei socialisti e dei democratici rilancia le proposte per la crescita e per la riduzione degli spread. Bersani: «Vanno prese decisioni chiare e incisive». È dell’Italia che si parla molto nel preconsiglio dei primi ministri e dei leader socialisti e progressisti europei che si riunisce in preparazione del summit Ue dei 27. «Possiamo anche discutere della struttura dell’Ue per i prossimi dieci giorni così Martin Schulz, annunciava il suo intervento al Consiglio europeo sul suo profilo twitter Ma la crisi dei debiti sovrani in Italia e in altri Paesi ha bisogno di risposte adesso». Crescita da una parte e misure per ridurre la pressione degli spread sugli Stati dall’altra: questa la ricetta del presidente tedesco del Parlamento di Strasburgo che chiama indirettamente in causa la cancelliera tedesca Angela Merkel.
L’esponente Spd è intervenuto per primo, ieri, al summit dei capi di Stato e di governo ponendo con forza il tema dei prezzi altissimi che potrebbe pagare l’Europa se non si opera subito per «allentare la pressione dei tassi che pesa su alcuni Stati membri»: Italia, Spagna, Portogallo, ecc. Schulz, così, si fa interprete della preoccupazione evidente nel prevertice al quale hanno partecipato, tra gli altri, gli italiani Bersani, D’Alema, Bresso e Nencini, il belga Di Rupo, i greci Venizelos e Papandreou, gli spagnoli Almunia e Rubalcaba, il portoghese Seguro. «L’Europa si smarrisce se si sgretola il vincolo di solidarietà che deve tenere assieme i suoi popoli e i suoi stati», spiega chi ha contribuito alla preparazione del documento finale.
Lo stesso documento che ripropone idee elaborate anche in Italia in un’ottica europea. «Non per interessi di bottega di questa o quella nazione, ma perché farsi carico di un Paese in difficoltà impedisce che vada in crisi l’intera Europa». E il testo approvato ieri a Bruxelles ripropone, con parole diverse, la golden rule che consente di scorporare dal computo del debito le spese per investimenti; misure per assicurare «la stabilità finanziaria» attraverso la riproposizione degli scudi anti-spread per i Paesi che hanno avviato un percorso «virtuoso». Misure immediate che tuttavia non archiviano la discussione sugli eurobond che «rimane sul tavolo», queste. Iniziative di cui si è parlato in Italia in queste settimane e che lo stesso Monti ha messo in campo tenendo conto dei veti di Angela Merkel. Mentre un esponente del Pd come Vincenzo Visco aveva elaborato già un anno e mezzo fa l’idea di un Redemption fund per la messa in comune del debito che supera il 60% del Pil con garanzie chiare sulle esposizioni dei singoli Paesi in modo che questi non gravino sugli altri. Una proposta fatta propria dal documento dei socialisti e dei progressisti europei.
«Il Pd lavora in un ottica europea guardando all’Italia, ma non solo agli interessi del nostro Paese», spiegano da Largo del Nazareno. Il Pd e Monti si danno reciprocamente una mano nell’allargare il campo delle alleanze europee per intaccare le rigidezze della Merkel. «Devono essere prese decisioni chiare che spieghino bene al mondo quali sono le intenzioni dell’Europa spiega Bersani. Bisogna mettere un freno alla speculazione sugli spread, adottare misure per la riduzione degli interessi sul debito, trovare coordinamenti per la sicurezza dei conti bancari, dare margini per la ripresa di una politica di investimenti e per il lavoro». Questi obiettivi, aggiunge il segretario democratico, «hanno dentro molte proposte tecniche che incrociano ciò che stiamo dicendo in Italia sia come Pd che come governo Monti».
Messaggio alla Germania, quindi. «Tutte queste proposte non comportano azzardi morali assicura il leader Pd o il fatto che un Paese faccia regali all’altro. Ma implicano meccanismi di cooperazione che fanno guadagnare l’intero sistema». Gli eurobond? «In questo momento non sono il punto essenziale aggiunge Bersani bisogna continuare a discuterne, ma i due obiettivi di limitare la forbice tra gli spread e di abbassare gli interessi sul debito si possono raggiungere a prescindere». La Spd tedesca, in realtà, non ha voluto spingersi in là sul tema degli eurobond. Nel documento finale del prevertice di ieri si propone, tra l’altro, una tassa europea sulle transazioni finanziarie che potrebbe dare un gettito di 100 miliardi di euro l’anno. Pse e progressisti chiedono anche i project bond e la separazione fra banche commerciali e banche di investimento. Il preambolo del documento, infine, invita la Ue a riallocare «tutti i fondi disponibili» per la formazione e l’occupazione giovanile. Mentre la priorità deve riguardare «la crescita»
l’Unità 29.06.12