Errani chiama, la Provincia risponde. Le scuole restano la priorità più immediata in ambito sociale e così da viale Caduti in Guerra viene messo sul tavolo un forziere pieno di euro, quintuplicato rispetto a quello inserito nel bilancio di previsione. Sei milioni iniziali che lieviteranno a 30 a cui andranno poi aggiunti gli stanziamenti delle Fondazioni e le donazioni arrivate sul proprio conto corrente pro-terremoto. Si tratterà di effettuare interventi su almeno 20 edifici, che sono stati suddivisi in tre maxi-categorie. Buona parte di questi subiranno limitate operazioni di messa in sicurezza: ciò significherà che i cantieri apriranno a breve, che si lavorerà anche ad agosto e che a settembre gli istituti superiori delle zone soltanto sfiorate dal sisma riapriranno regolarmente e gli studenti torneranno in classe senza problemi. Un discorso a parte per questo merita Carpi. Le superiori sono tutte agibili e già negli ultimi anni avevano ottenuto la certificazione anti-sismica. «Perciò serviranno soltanto piccoli interventi – spiega l’assessore all’istruzione, Maria Filippi – Saranno apportate delle migliorie, ma l’anno scolastico non è a rischio. Magari per alcune scuole chiederò i container, ma prima voglio vedere come procedono i lavori e, non dimentichiamo, che c’è una regia regionale a cui voglio attenermi». La regia è guidata direttamente dal presidente Errani che, come ha comunicato agli assessori dei Comuni terremotati Emilio Sabattini (al suo fianco c’era l’assessore all’istruzione Elena Malaguti), ha in progetto di realizzare 70 gare per la ricostruzione e la messa a norma delle scuole, aggirando così il problema di un maxi-bando regionale che avrebbe tempi biblici rispetto alla necessità di riportare i ragazzi a lezione. Ma il piano di Carpi arriva come una doccia fredda per la proposta avanzata dalla Sinistra: la Fondazione Crc si occuperà soltanto delle scuole del distretto. «Solo la città – aggiunge la Filippi – conta 17 istituti, a cui vanno aggiunti Campogalliano, Soliera e Novi. Quindi la Fondazione dovrà sostenere tanti progetti quanti quelli provinciali. Ci sta che si concentri solo sul nostro territorio». In compenso tutti gli altri sforzi della Provincia andranno a sostegno delle superiori di Mirandola e Finale che, al contrario di tutti gli altri, si apprestano a vivere un anno scolastico nei moduli prefabbricati. Andando con ordine. Mirandola ha capito che il Galilei è gravemente danneggiato e l’abbattimento per poi ricostruirlo è ormai certo. Sul Galilei dovrebbe quindi partire un progetto regionale, una sorta di “adotta una scuola” su cui far convergere tutti i fondi che arriveranno dalla sensibilità degli italiani. Si procederà poi con il ripristino del Luosi e i lavori sul Pico che risulta semi-agibile, ma si trova in piena zona rossa. A Finale, invece, si viaggierà di pari passo tra liceo scientifico Morandi e istituto tecnico Calvi. Il polo superiore sarà ospitato per l’anno che va ad iniziare nei moduli “leggeri”, ma già da settembre 2013 si tornerà in classe. Intanto i soldi, comprese le donazioni pervenute alla Provincia e l’eventuale coinvolgimento di privati, saranno destinati alle sistemazione degli interni (plafoniere, muri, controsoffittature, bagni) e delle aree esterne. In particolare ci si concentrerà, per quanto riguarda il liceo, sulla messa a norma della palestra mentre per il Calvi i soldi finiranno al recupero dell’acetaia dell’azienda agricola, alla casa del custode e alla palestra. Le idee ci sono, ora inizia la vera sfida: entro metà ottobre tutti saranno a lezione?
la Gazzetta di Modena 28.06.12