"La destra in trincea", di Giovanni Valentini
Sono persone prive di scrupoli, affaristi spregiudicati. La mossa ampiamente annunciata con cui il centrodestra ha fatto mancare ieri il numero legale, nella seduta della Commissione di Vigilanza che avrebbe dovuto nominare i nuovi consiglieri di amministrazione della Rai, è uno schiaffo al governo Monti che ha già designato il presidente e il direttore generale. Ma è soprattutto un’offesa alla tv di Stato, al pluralismo e alla libertà d’informazione. E anche l’ennesima, spettacolare, indecente rappresentazione di quel conflitto di interessi che spinge tuttora Silvio Berlusconi ad anteporre la sua azienda al Paese, gli affari privati agli obblighi e ai doveri pubblici. Per fare qualche esempio facilmente comprensibile, è come se il proprietario della Coca-Cola impedisse di rinnovare il board della Pepsi-Cola. Come se il presidente della Bmw bloccasse il ricambio al vertice della Mercedes. O ancora, per usare all’inverso un paradosso di casa nostra, è come se Montezemolo e Della Valle paralizzassero le Ferrovie dello Stato per favorire i collegamenti del loro treno Italo. È improbabile che Berlusconi voglia tirare la corda fino a tirare …