“Nel decreto Sviluppo andrebbe potenziata la parte relativa alla ricerca. È un tema su cui lavoreremo in Commissione”. Lo ha dichiarato Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, durante la relazione sullo “Stato della Ricerca in Italia” realizzata dalla Commissione e presentata dalla deputata del Pd.
Agiremo in questa direzione, a partire dai risultati dell’indagine conoscitiva sullo stato della ricerca realizzata dalla nostra commissione. Abbiamo bisogno di politiche che invertano il ciclo negativo che stiamo vivendo. Per vedere la luce alla fine del tunnel serve un cambio di passo sulla ricerca rendendo anche più ampia la platea dei ricercatori. Il nostro Paese – ha spiegato Ghizzoni – non solo ha pochi ricercatori, ha anche pochi “futuri” ricercatori, cioè pochi dottorandi e dottori di ricerca. Al confronto, Francia, Inghilterra e Germania hanno da tre a cinque volte i nostri dottorandi. Inoltre, non solo vi sono pochi dottorandi ma sono bassissimi i finanziamenti a loro disposizione.
La quota del Pil italiano alla ricerca non riesce a staccarsi dall’1,1% a fronte di una media europea di oltre il 2%, il numero dei ricercatori italiani è ancora basso rispetto alla popolazione, recuperiamo solo l’8% dei fondi del Programma Quadro Ue a fronte di un contributo del 12% – ha sottolineato Ghizzoni –
Tra le problematicità messe in luce dall’indagine conoscitiva lo stop and go sui crediti d’imposta alle imprese degli ultimi anni, che non fa bene alle aziende e alla ricerca, e la mancanza di un centro nazionale di coordinamento delle strategie della ricerca che operi anche sotto il profilo legislativo.
Da questa indagine è emerso un quadro onesto e chiaro per chi ci governa ora e per chi sarà chiamato dagli elettori a guidare in futuro il nostro Paese, e una certezza: conoscenza, ricerca e innovazione sono l’efficace motore dello sviluppo, sono il fattore globale di crescita, sociale e culturale. Ecco perché – ha concluso la Presidente Ghizzoni – non possiamo negare, la politica non può negare, conoscenza, ricerca e innovazione al Paese, a noi stessi, alle generazioni future.”