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Il Senato dice sì all'arresto di Luigi Lusi

L’aula del Senato dice sì alla richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti del senatore Luigi Lusi. Il Senato ha votato con voto palese. È la prima volta che Palazzo Madama autorizza gli arresti di un suo componente. Hanno votato a favore dell’arresto di Luigi Lusi 155 senatori, su una maggioranza richiesta di 85. I ‘no’ sono stati 13. Contrari in aula alla richiesta di autorizzazione all’arresto si sono dichiarati i radicali Bonino, Poretti, Perduca, il repubblicano Antonio Del Pennino, l’avvocato del Pdl Piero Longo, l’ex presidente del Senato Marcello Pera e il senatore Alberto Tedesco del gruppo Misto.

“Nella vicenda del Senatore Lusi la fondatezza dell’azione penale è chiara e manifesta. I senatori del Partito Democratico, ascoltata la relazione del Presidente Follini che ha escluso alla radice il fumus persecutionis, voteranno a favore dell’accoglimento della richiesta del Gip”. Così il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha dichiarato il voto favorevole del suo gruppo all’autorizzazione all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti del senatore Luigi Lusi.

“I senatori del Pd – ha continuato – voteranno a favore in piena coscienza, avendo chiari i limiti delle loro prerogative e con la pesante amarezza di doversi esprimere su un Senatore che e’ stato loro compagno di Partito e di Gruppo sino a quando non ne e’ stato allontanato per la gravita’ dei fatti a lui riferiti. L’Italia repubblicana ha conosciuto, purtroppo, una vasta casistica di uomini politici accusati di corruzione, concussione, furto. Ma i comportamenti addebitati al senatore Lusi hanno un carattere senza precedenti”.

“Garantismo è una parola nobile – ha concluso Zanda – ma può essere usata anche con un significato distorto e strumentale. Nella vicenda del senatore Lusi, quanti hanno cercato la copertura del voto segreto dovrebbero riflettere sul significato vero del termine garantismo e dei rischi connessi a un suo uso cosi’ disinvolto. Il regolamento dei senatori del Partito Democratico prevede che, su voti di questa natura, il singolo Senatore possa votare in modo differente dalla maggioranza del suo gruppo. Un voto, pero’, alla luce del sole, come dev’essere in un Parlamento di donne e di uomini liberi, sufficientemente maturi da votare apertamente, senza lo schermo del segreto”.

da www.partitodemocratico.it