"Rai, il governo che serve", di Vittorio Emiliani
Da cittadini e da abbonati dobbiamo augurarci che arrivino designazioni spedite dalle associazioni alle quali, con felice intuizione, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ha chiesto due nomi da votare per il CdA Rai in Vigilanza. Si tratterebbe di una soluzione non partitica che anche le altre forze dovrebbero adottare per uscire da una palude altrimenti micidiale. Non si cambierà in tal modo il «governo» Rai che l’oscena legge Gasparri fa dipendere dall’esecutivo e dai partiti, ma se ne mitigheranno gli effetti disastrosi. Specie se per il Consiglio di Amministrazione si sceglieranno persone, oltre che oneste, capaci e competenti nella gestione di un’azienda tanto complessa. Il tutto in attesa, ovviamente, della indispensabile riforma della «governance», oggi lontana da ogni formula e garanzia europea. Certo, i conti rappresentano un problema-chiave per la Rai. È in grave crisi la raccolta pubblicitaria drenata, come ad altre tv generaliste, nelle forme più varie e insidiose. La Sipra, nel 2011, è rimasta sotto dell’8,2 per cento rispetto all’obiettivo di 1.050 milioni e il suo 2012 rischia di risultare anche …