A Finale Emilia, in provincia di Modena, dove il terremoto ha picchiato duro dalla prima scossa del 20 maggio, hanno fatto l’en-plein: su otto istituti, dalle materne alle superiori, otto sono inagibili. «Siamo messi bene» ironizza amaro il sindaco, Fernando Ferioli. A Cavezzo, sempre nel Modenese, quasi l’80% degli edifici è stato distrutto dalle continue scosse. E su tre plessi scolastici, si conta di rimetterne in piedi per settembre uno, le medie. A Mirandola, poi, gli alunni delle superiori si mettano l’anima in pace: tutti verranno trasferiti, e «almeno per cinque anni», ipotizza l’assessore comunale alla Scuola Lara Cavicchioli – in strutture mobili, nell’area intorno alla piscina comunale. Parla di migliaia di studenti che, a settembre, riprenderanno le lezioni non più nel banco cui si erano affezionati, il viaggio fra gli istituti scolastici della “bassa” ancora morsa dalle scosse di terremoto. Sei, ma “appena” sopra il secondo grado della scala Richter, le “botte” registrate nella notte fra giovedì e ieri dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Mentre alle 10,59 di ieri mattina la terra ha ballato
più forte, con magnitudo 3.6, nel Modenese, ed epicentro a Finale Emilia.
NUOVI SOPRALLUOGHI
Giovedì sera, dopo aver riunito nuovamente attorno ad un tavolo i 57 sindaci delle tre province colpite dal sisma – Bologna, Ferrara e Modena – il governatore e commissario straordinario per il post-terremoto Vasco Errani ha promesso che, in autunno, almeno 161
istituti riapriranno regolarmente i battenti nelle loro “case” storiche. Ma nel weekend i primi cittadini faranno un nuovo sopralluogo fra gli immobili sani, quelli lesionati, e quelli quasi sicuramente da abbattere. «Ci siamo presi l’impegno di comunicare al governatore, entro martedì, quali scuole pensiamo di essere in grado di riaprire a settembre, e quali no – spiega il sindaco di Crevalcore, la cittadina del Bolognese più bombardata dalle scosse, Claudio Broglia -. Abbiamo tutte le intenzioni di stare “dalla parte dei bottoni”, di guardare innanzi tutto alla sicurezza. Ma se i soldi che verranno stanziati per le scuole saranno “x”, meno ne spendiamo per delle situazioni provvisorie come i container e meglio è».
INAGIBILI
Inevitabile, però, che in alcune realtà le «strutture mobili», come preferisce chiamarle l’assessore alla scuola di Cento (Fe) Maria Antonella Rolfini, andranno messe, e alla svelta, «perché settembre ormai è già qua». Per questo, la Regione metterà in campo un bando di gara europeo per acquistare container resistenti al caldo e al freddo, e adatti ad ospitare anche per lungo tempo dai bimbi più piccoli agli adolescenti, in tutti i centri in cui ce ne sarà necessità.
«Abbiamo già approntato un piano per consentire a Comuni e Province di rimettere in ordine le scuole parzialmente inagibili – chiarisce l’assessore regionale alla Scuola, Patrizio Bianchi -, poi il commissario straordinario Errani farà un bando per gli interventi straordinari: dal 21 maggio abbiamo la mappa della situazione delle scuole, aula per ala e palestra per palestra. Ma ad ogni scossa forte abbiamo dovuto riaggiornarla». E dai 63 istituti inagibili del 21 maggio si è arrivati ai 219 di oggi. Anche nel campo dell’edilizia scolastica, precisa Bianchi, l’obiettivo sarà comunque ricostruire nel modo «il più trasparente
possibile», soprattutto contro le infiltrazioni mafiose. «Abbiamo studiato i casi precedenti, dal Friuli all’Abruzzo – chiosa l’assessore – e fatto tesoro di tutto questo. Ce la faremo.
l’Unità 16.06.12