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"Coppie di fatto. Democratici al lavoro per superare il Far west", di Fabrizia Bagozzi

Coppie di fatto. Democratici al lavoro per superare il Far west
«Non è accettabile che in Italia non si sia ancora introdotta una legge che faccia uscire dal far west le convivenze stabili tra omosessuali». Il passaggio centrale del messaggio che il segretario democratico ha inviato sabato al gay pride di Bologna non è una novità. Bersani aveva già detto una cosa simile all’indomani dell’uscita di Obama sul matrimonio gay. Questa volta non si è fermato lì, citando alcuni temi – divorzio breve, testamento biologico, cittadinanza per i figli degli immigrati – «su cui, da qui alle prossime politiche, si giocherà la nostra capacità di parlare al paese». Tutte classiche constituency della sinistra in un contesto, quello dell’orgoglio omosessuale, chiaramente orientato. Bersani tiene d’occhio la campagna elettorale (e magari anche le primarie). Al netto della cittadinanza, si tratta di questioni tradizionalmente sensibili in un partito nel quale una delle scommesse fondative è proprio la sintesi fra la cultura laica e quella cattolica. Messa a dura prova ai tempi della discussione del ddl sul testamento biologico oggi arenato alla camera. Sulle unioni omosessuali le differenze di punti di vista rimangono, anche se non esplodono, se un cattolico come Beppe Fioroni lancia la palla in tribuna: «Con le famiglie che non riescono ad andare avanti, oggi il nostro programma è provare a risolvere la crisi. Sbagliare i tempi in politica è come fare cose sbagliate ».
Ma è anche vero che sul tema il Pd non è rimasto fermo. Da oltre un anno ci lavora una commissione presieduta da Rosy Bindi, che giovedì si incontrerà per finire di mettere a punto un documento da presentare (e votare) all’assemblea nazionale di luglio. Una discussione impegnativa, in cui si è tentata una mediazione alta. Che tiene fuori i matrimoni omosessuali ma che ragiona sul fatto che la formula dei Dico – che pure vennero affossati – rischia di essere insufficiente, anche a fronte delle recenti pronunce della Cassazione e della Consulta (quest’ultima nel 2010 ha parlato di «unione omosessuale cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una vita di coppia ottenendone il riconoscimento giuridico con connessi diritti e doveri»). Provando a smussare gli angoli, il dibattito è avanzato in direzione del riconoscimento (con legge) dei diritti delle persone che convivono, anche dello stesso sesso. Rimane da vedere a quale livello di articolazione si assesterà il testo. Intanto, però, sottolinea Andrea Sarubbi, membro della commissione: «Si sono fatti passi avanti. E del resto il Pd è nato anche per confrontarsi su questioni come questa, in cui nessuna delle due culture deve prevalere sull’altra. Come in Italia, che è un paese culturalmente plurale». Paola Concia, come è noto, sarebbe per il matrimonio gay. È anche lei della partita. Si mostra cautamente ottimista, tanto più che Bersani «ha detto parole chiare». Che poi in tempi di primarie e di campagna elettorale la questione si torni a infiammare è sempre possibile.

da Europa Quotidiano 12.06.12

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