Un teatro gremito, per Claudio Abbado e per i terremotati. Senza vip, né habitués perché i 1.234 posti del teatro Manzoni di Bologna, che ieri ha ospitato la “Prova di solidarietà” voluta dall’Orchestra Mozart con “La Repubblica delle idee”, andati a ruba in sole 72 ore, li hanno acquistati ragazzi, giovani, anziani, coppie di fidanzati. Un pubblico popolare, come di rado si vede ai concerti di musica sinfonica, popolare e informale, come informale era ieri sera anche l’Orchestra, con i suoi giovani musicisti vestiti in jeans e t-shirt.
È a questo pubblico che si è rivolto il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, nel presentare la prova generale che l’Orchestra Mozart ha voluto aprire a tutti (il concerto sarà stasera) in segno di solidarietà con le persone colpite dal terremoto in Emilia, a fianco della “Repubblica delle idee” che da giovedì a domenica riempirà i palazzi e le piazze di Bologna. «Siamo e saremo a Bologna perché stiamo con l’Emilia», ha esordito il direttore dal palco, applaudito da una platea composita, tante giovani coppie ma anche famiglie di tutte le età, dai 30 agli 80 anni. Felici di avere i biglietti in mano — a ciascun ingresso è corrisposta un’offerta
minima di 20 euro devoluta alla Regione Emilia-Romagna per la ricostruzione — felici di partecipare, felici di dare un contributo. Alla fine sono stati raccolti 31.160 euro. «Quelle torri sbeccate, quelle chiese crollate, quei portici feriti — ha detto Ezio Mauro — sono un pezzo dell’Italia civile. Qualcosa verso cui noi sentiamo non da oggi
un impegno. Per questo oggi siamo tutti impegnati nella ricostruzione. Tanti sindaci mi hanno chiesto di spostare questo appuntamento nella loro città. Io ho detto a tutti di no. Abbiamo scelto di fare questa rassegna a Bologna per il peso culturale che questa città ha sempre avuto in Italia e nel mondo e perché è stata tra l’altro una delle prime ad ospitare una redazione locale del nostro giornale. Ribadiamo oggi ancora di più la scelta di Bologna perché vogliamo riaffermare con forza il nostro impegno e la nostra fiducia per una città e una regione colpita dal terremoto ».
Poi le parole hanno lasciato spazio
alla musica. Alle note della Missa Solemnis K 139 di Mozart, la “Messa degli Orfani” composta a soli 12 anni, e alla Messa in Mi bemolle maggiore D 950 di Schubert, la sua ultima, composta nell’anno della morte precoce. Un concerto intenso, emozionante. Per ricordare, come ha scritto Claudio Abbado su questo giornale, che «la ricostruzione non deve tralasciare i luoghi dell’arte e dei teatri, perché la cultura è parte integrante e fondante di quel tessuto sociale che ora è lacerato dal sisma». E proprio dalla cultura, lo dicevano ieri i volti in platea, si può attingere la forza di ripartire.
La Repubblica 11.06.12
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