Giorno: 5 Giugno 2012

"Il Pd incalza: c’è bisogno di molto altro" di Giuseppe Vittorio,

Continua la polemica sulla scuola. Il Pd non ci sta ad essere relegato nella parte di chi si oppone al merito: «Basta con le strumentalizzazioni, noi abbiamo sempre lavorato a favore del merito e della serietà della scuola», dice Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione, che ricorda come l’obbligo del recupero dei debiti scolastici sia stato introdotto proprio dall’ultimo governo di centrosinistra «per evitare che, a prescindere dal merito, si possa essere tutti promossi». «Per fare questo – sottolinea Fioroni – abbiamo investito milioni di euro per consentire alle scuole di avviare percorsi di recupero per moltissimi ragazzi. Abbiamo introdotto noi i decreti sul merito favorendo la partecipazione alle varie competizioni e prevedendo in bilancio finanziamenti per la formazione e master all’estero. Abbiamo inserito il 100 alla maturità facendo una norma che impedisse ai meritevoli di essere esclusi dall’accesso alle facoltà con numero chiuso, perché i loro risultati non avevano valore. Peccato che l’entrata in vigore viene prorogata da quattro anni. Avevamo poi predisposto gli interventi per avviare l’aggiornamento e la riqualificazione obbligatoria in presenza dei …

"Come aiutare le aziende emiliane a ripartire subito", di Dario Di Vico

Gli imprenditori modenesi chiedono di ripartire subito, senza se e senza ma. Da una parte c’è l’orgoglio «laburista» degli industriali di territorio, dall’altra c’è il terrore di perdere mercato e di uscire per sempre dalla competizione globale. N on è facile ragionare di politica industriale quando la terra balla e non si sa per quanto tempo continuerà a muoversi. Le emozioni, come è naturale che sia, prendono il sopravvento. Così la richiesta che viene dagli imprenditori modenesi è quella di ripartire subito, senza se e senza ma. Da una parte c’è l’orgoglio «laburista» degli industriali di territorio, dall’altra c’è il terrore di perdere mercato e di uscire una volta per sempre dalla competizione globale. Anche quindici giorni in questa drammatica congiuntura economica e psicologica sembrano essere assolutamente decisivi per la vita o la morte di un’azienda. Ma la spinta che viene dal basso per riprendere il lavoro deve fare i conti con i rischi che si corrono e diventa quindi decisivo il tema della responsabilità. Ci vuole un soggetto che convalidi-autorizzi le condizioni del rientro …

"I giovani perdenti della globalizzazione", di Bruno Ugolini

Non è davvero un caso isolato quello della crescente flessibilità del lavoro italiano. L’Europa è alle prese con problemi simili. Un’analisi accurata la troviamo in un volume della Franco Angeli. Porta come titolo un interrogativo: «Giovani, i perdenti della globalizzazione?». I curatori del volume (un’iniziativa di «Sociologia del lavoro») sono Hans-Peter Blossfeld, Dirk Hofacker, Roberto Rizza, Sonia Bertolini. Scaturisce dalle ricerche un panorama diversificato. Anche se si osserva come «Nel suo insieme la globalizzazione ha prodotto un livello di incertezza strutturale senza precedenti negli assetti sociali ed economici dei paesi europei». E ancora: «I giovani europei sono sempre più soggetti a forme di lavoro temporaneo, corrono un rischio di disoccupazione più alto e impiegano più tempo a raggiungere condizioni di lavoro stabili e continuative». Certo il modello danese della flexsecurity regge ancora. Anche in Danimarca però l’incertezza economica si fa sentire e la preoccupazione principale riguarda il futuro. «Il fragile equilibrio fra le dispendiose politiche del mercato del lavoro danesi e la breve durata dei periodi di disoccupazione individuale,in una dinamica di turnover elevato, potrebbe …

"Se il preside va in ferie e la scuola è sola", di Mario D'Adamo

Scuole senza dirigenti né docenti vicari. Le ferie annuali si avvicinano e i dirigenti scolastici infuriati stanno per fare la mossa suggerita da Cgil, Cisl e Snals: comunicare ai rispettivi direttori regionali dell’istruzione i periodi durante i quali saranno in ferie senza farsi sostituire, e ciò perché non sono state loro assegnate risorse, né lo saranno, per compensare l’attività di sostituzione, ed essi non hanno alcuna intenzione di assumersi responsabilità nell’ordinare spese prive di copertura o adottare provvedimenti annullabili di diritto. La nota ministeriale sul programma annuale 2012 del 22 dicembre 2011 (prot. n. 9353), infatti, non solo non aveva previsto di conferire alle scuole i fondi necessari alla liquidazione dell’indennità per funzioni superiori da corrispondere ai docenti collaboratori quando esercitano la funzione vicaria, ma aveva addirittura escluso che durante le ferie potessero essere loro delegate funzioni proprie della qualifica superiore (art. 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001). E allora, è il messaggio implicito rinvenibile nella lettera dei dirigenti scolastici, trovino una soluzione i direttori regionali, nelle cui mani vengono rimesse non solo …

"Il merito di Profumo scontenta tutti", di Alessandra Ricciardi

Un miliardo di euro di fondi europei per l’istruzione al Sud, 117 milioni per le scuole che offrono una seconda chance a chi ha abbandonato gli studi. E 400 milioni per gli asili nido. E per il merito? «Solo 30 milioni». É con questi numeri che ieri il ministro dell’istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo, ha provato a smantellare il grattacielo di critiche che ha collezionato la sua proposta di riforma sul merito nella scuola e nell’università: contrarie le associazioni di genitori e i sindacati (si confonde il merito con la qualità della scuola, una delle critiche più diffuse), contrario il Pd e il Pdl, anche se per motivi diversi. In una nota inviata ai sindacati e pubblicata sul sito del miur, ieri Profumo rivendica l’impegno a favore della scuola di tutti, a cui la riforma del merito toglierebbe poche risorse. «Spero che la lettera del ministro sia solo il preliminare di un approfondito confronto di merito che dia corpo a relazioni sindacali vere e non soltanto epistolari», è la secca replica di Francesco Scrima, …

"Basta una spruzzatina di profumo?", di Maurizio Tirittico

Ma perché i nostri ministri pensano sempre “in piccolo”? Possibile che l’ultimo ministro che ha pensato “in grande” è stato Giovanni Gentile? Seguito – è vero – da due ambiziosette… Moratti e Gelmini… ma solo il primo ha lasciato un segno che ancora non riusciamo a doppiare!!! Ma perché i nostri ministri “maschi” PI si sentono sempre ministri a tempo? Perché non guardano un po’ più lontano dal loro naso? Lo so! Il momento è grave e non c’è una lira, ma quel poco che si può spendere è proprio necessario sperperarlo in medagliette per i primi della classe? Ho già scritto su FB che premiare i migliori quando uno stadio è impraticabile equivale a promuovere gare di cui già si sa chi sono i vincitori! Io penserei allo stadio prima che agli atleti! E’ come dare una medaglia a chi è sopravvissuto alla mitraglia nemica! Si premia il vivo e non si contano i morti! Per loro c’è sempre un bel Vittoriano! Ad perpetuam rei memoriam! Così va il mondo, anche con un governo …

"La coppia si separa? Lei rischia la povertà", di Maria Corbi

Rapporto Istat fotografa un nuovo fenomeno Gli esperti: un effetto dell’affidamento condiviso. Che la fine di un matrimonio impoverisca, non solo sentimentalmente, non è certo una novità. Quello che stupisce è che se fino ad oggi a piangere miseria erano soprattutto gli uomini separati, oggi con uno studio pubblicato sull’ultimo rapporto Istat, scopriamo che le più «povere» dopo un addio sono le donne: una su quattro, nei primi due anni dopo la separazione, è a rischio povertà o «deprivazione» (uno su sei gli uomini). Il cambiamento radicale, e spesso improvviso, della loro condizione familiare «genera effetti pontenzialmente rilevanti sulla loro condizione economica». Più a rischio disagio le donne che pagavano l’affitto, ma anche per quelle che avevano l’abitazione in uso o in usufrutto e per quelle che non avevano un’occupazione o che erano occupate a tempo parziale. Due anni dopo l’evento circa il 35% di chi non aveva un lavoro lo ha trovato ma ciò non è bastato a tutelarle: più del 32 per cento è materialmente deprivata e il 26,3% è a rischio povertà. …