Hanno avuto successo e non ci sono stati intoppi. Le prove generali disposte dal ministero nel corso del mese di maggio per rodare il nuovo sistema telematico di invio dei testi per le prove scritte di maturità sono andate a buon fine. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che nessun hacker, interessato a entrare in possesso delle tracce del prossimo 20 giugno, si sarebbe messo all’opera in anticipo per una simulazione. Hacker, in casi come questo vuole dire studente molto bravo nel decrittare codici segreti, nell’entrare nei sistemi informatici altrui, insomma capace di fare cose che la maggior parte della gente ha visto solo nei film.
Comunque la si voglia vedere, le prove sono andate bene e il 20 giugno farà la sua comparsa reale, per la prima volta in Italia, il «plico telematico» per la maturità, ovvero niente più buste che arrivano dal ministero sigillate ma «chiavi», cioè codici, che arrivano comunque dal ministero ma saranno resi disponibili telematicamente dal Miur direttamente sul computer di ciascun istituto superiore sede di esame.
Nei licei, infatti, verranno scelti uno o più referenti, che non potranno far parte ovviamente della commissione d’esame, tantomeno potranno essere uno dei membri interni; i referenti riceveranno la «chiave ministeriale», un codice di decrittazione, che assieme alla «chiave scolastica», quella di cui sono già in possesso le scuole, aprirà la «porta telematica» del testo d’esame.
Nessun pericolo hacker, assicurano al ministero. Non sarà possibile conoscere in anticipo i temi d’italiano così come le versioni di greco e le tracce di matematica, non è possibile come non era possibile negli anni scorsi, quando pure prima di essere stampate e consegnate su carta, quegli stessi temi e quelle stesse versioni «riposavano» negli antri segreti di qualche computer ministeriale. Eppure su Internet girano già parole canzonatorie come quelle lette su un sito: «Scommettiamo che la craccano al primo giro?». E ancora: «Una volta capito come funziona il sistema, dopo la prova d’italiano, sarà facile decrittare le altre prove».
«Dovrebbero essere bravi come Lisbeth Salander della trilogia di Millennium» è la replica, come dire quelli sono romanzi, la realtà è tutt’altra cosa. I collaboratori del ministro Francesco Profumo, che tanto ha a cuore la smaterializzazione intesa come uso della tecnologia per risparmiare risorse, assicurano che la prova d’esame sarà a prova di hacker.
In pratica, spiegano al Miur, le cose andranno in questo modo: esattamente alle 8,30 del mattino del 20 giugno, e poi ancora il 21 per la seconda prova e tutti gli altri giorni già calendarizzati per le prove successive, nello stesso momento in tutte le tremila scuole in cui si staranno svolgendo gli esami di maturità, verranno aperti i file, inserendo le due «chiavi» per decrittare. Quindi ogni scuola dovrà avere il computer acceso, la stampante a disposizione (sarà infatti possibile, una volta aperta la pagina ministeriale con le tracce, segnare il numero di copie da stampare per ogni sede) e un addetto (il referente) che seguirà la procedura e aiuterà le 14 mila commissioni esaminatrici a far funzionare tutto alla perfezione.
Tra quindici giorni c’è l’esame di maturità, e il banco di prova telematico, oggi c’è il dibattito molto più serio sul cosiddetto pacchetto merito del ministro Profumo che il Corriere ha anticipato qualche giorno fa e che continua a far discutere dopo che il ministro è nuovamente intervenuto per spiegare che premiare l’eccellenza è un modo per trainare verso livelli qualitativi più alti tutto il sistema dell’istruzione pubblica.
Belle parole, dicono al Pd, chi non è a favore del merito? Eppure potrebbero nascondere una grossa trappola, quella di «creare un’istruzione elitaria». «La scuola italiana — commenta l’ex ministro Giuseppe Fioroni — è una grande risorsa per il Paese e deve avere l’ambizione di essere per tutti di qualità. L’emergenza, rispetto all’Europa, non è la certificazione del merito, ma la grande dispersione scolastica e la necessità di migliorare le competenze dei nostri studenti che sono sotto la media Ocse». Anche la Cisl chiede di procedere «senza fretta». E Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, boccia il pacchetto: «In un momento di vera emergenza nazionale chiediamo al governo di fare ciò che fanno le famiglie: guardano quanti soldi hanno in tasca per darsi delle priorità, a partire dai bisogni dei più piccoli e dei più deboli».
Il Corriere della Sera 04.06.12