Per l’ex ministro dell’Istruzione la priorità del sistema scolastico italiano è quella di combattere la dispersione e di garantire a tutti insegnamento di qualità non elitario: “Non serve la politica degli annunci”. La responsabile scuola del Pd: “Prima bisogna fare fronte a emergenze”. Non c’è bisogno “della politica degli specchietti” o di “interventi esclusivamente mirati a incentivare la competizione e garantire l’eccellenza per pochi”: “la Scuola italiana è una grande risorsa per il Paese e deve avere l’ambizione di essere per tutti di qualità”. A Giuseppe Fioroni, deputato del Pd ed ex ministro dell’Istruzione durante il secondo governo Prodi, non piace la riforma presentata dal ministro Francesco Profumo 1 che vuole dare maggiore spazio al merito e rendere i giovani italiani più competitivi a livello europeo. “L’emergenza rispetto all’Europa non è la certificazione del merito – ha sottolineato Fioroni-, ma la grande dispersione scolastica e la necessità di migliorare le competenze dei nostri studenti che sono sotto la media Ocse”.
Le richieste dell’Europa. “L’Europa – prosegue Fioroni – ci chiede un sistema di valutazione serio e provvedimenti urgenti per il recupero di chi resta indietro e strumenti e risorse per migliorare le scuole che hanno bisogno. L’Ocse ci chiede di investire sull’aggiornamento e la riqualificazione professionale dei docenti per consentire tutto questo. Di fronte a queste priorità è paradossale che il ministro Profumo non avverta la necessità di interventi urgenti e di reperire risorse adeguate per consentire tutto questo e renderci competitivi in Europa”.
La strada sbagliata . Secondo Fioroni “nei periodi di crisi non serve la politica degli annunci e degli specchietti, ma fare le cose giuste al momento giusto. È del tutto evidente – prosegue – che interventi esclusivamente mirati a incentivare la competizione e garantire l’eccellenza per pochi dia un’idea sbagliata e diversa dalla Scuola della Costituzione. Questa prevede una comunità educante che recupera chi resta indietro e contemporaneamente stimola i migliori. Questa insistenza nell’ipotizzare un modello competitivo, senza nulla per le emergenze e i bisogni di tutti, dà l’idea di perseguire un disegno che vede una scuola di qualità per pochi e un nuovo avviamento professionale per i tanti”. “D’altronde, interventi per incentivare il merito già sono nel nostro ordinamento, ma non sono mai stati attuati da questo governo per mancanza di fondi” prosegue Fioroni che poi trova “singolare” ipotizzare “lo studente dell’anno” per ogni scuola “quando non si è mai recepita la normativa che prevede che l’accesso alle facoltà a numero chiuso non possa ignorare, come oggi avviene, il merito degli studi delle scuole medie superiori. Già fare questo sarebbe qualche cosa di più concreto di una benemerenza senza riscontro. Mi auguro – conclude – che il ministro abbandoni la strada del decreto per aprirsi ad un confronto serio e costruttivo sulle priorità e i bisogni della scuola italiana, evitando una conflittualità che non farebbe bene al governo”.
Puglisi: “Priorità da rispettare”. Alle critiche di Fioroni fa eco Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd: “In un momento di vera emergenza nazionale chiediamo a questo Governo di fare ciò che fanno le famiglie per bene: guardano a quanti soldi hanno in tasca per darsi delle priorità, a partire dai bisogni dei più piccoli e dei più deboli. Il Partito Democratico apprezza gli interventi fatti per la lotta alla dispersione scolastica attraverso fondi europei in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, ma l’abbandono che l’Europa ci chiede di dimezzare entro il 2020, riguarda tutto il Paese e in particolare le periferie delle grandi città. Nel solo Piemonte 1.820 ragazzini hanno abbandonato la scuola media quest’anno. Le priorità in questo momento per la scuola Italiana si chiamano scuola dell’infanzia, tempo pieno e lotta alla dispersione scolastica. Il ‘compito’ che l’articolo 3 della Costituzione affida alla Repubblica attraverso la scuola è quanto di più lontano possiamo immaginare dal decreto che il Ministro Profumo vuole imporre per “coltivare” le eccellenze. Siamo il paese dei divari. E’ provato che una educazione prescolare offre migliori chance di recupero rispetto agli svantaggi di partenza. Eppure le liste d’attesa sono tornate ad esplodere in tutto il Paese. Anche in regioni come Emilia Romagna quasi 2.000 bambini restano a casa a tre anni, dopo aver frequentato il nido. Eppure l’Europa ci dice che la scuola dell’infanzia, seppure non dell’obbligo, è scuola e i bambini ne hanno diritto. Profumo prima risponda alle emergenze, compito che abbiamo affidato al governo dei tecnici, poi rifinanzi le norme per tenere le scuole aperte il pomeriggio e nei periodi estivi. Soprattutto non si possono toccare i pochi spiccioli che rimangono sul fondo per l’Autonomia scolastica. Già oggi sono stati tagliati i 2/3 dei fondi per fare i corsi di recupero. Per quel che riguarda il nuovo reclutamento, continuiamo a chiedere di stabilizzare coloro che da troppi anni stanno lavorando su posti vacanti. I nuovi concorsi siano banditi sulle classi di concorso già esaurite e no su posti inesistenti. Vi è bisogno di nuovi insegnanti per le scuole medie nelle materie tecnico scientifiche e matematiche. Il ministro abbandoni l’idea di un decreto che non risponde alle emergenze della scuola italiana, né alle richieste vere dell’Europa”.
03.06.12