"La tempesta perfetta dell'economia", di Maurizio Molinari
Più disoccupazione in America, meno manifatture in Europa, le industrie cinesi producono a rilento, l’India è a corto di investimenti e il Brasile lamenta il pil frenato dall’agricoltura: sul Pianeta incombe una fase di recessione globale ad appena due settimane dal summit del G20 che dovrebbe sancire il rilancio della crescita. Il motivo è che in ogni grande area economica le speranze di accelerazione lasciano il passo ai timori di consumatori e investitori. Negli Stati Uniti le imprese che hanno accumulato profitti nel 2011 non hanno neanche ricostituito le scorte e, assieme alla diminuzione dei consumi, hanno innescato un vortice negativo che penalizza l’occupazione, tornata a scenderecome non avveniva da 11 mesi. In Europa la contrazione più visibile è quella delle manifatture, guidata dai dati peggiori degli ultimi tre anni in Germania, Francia e Gran Bretagna che suggeriscono come la crisi del debito sovrano abbia oramai ripercussioni negative che vanno ben oltre le economie più vulnerabili dei Paesi del Sud, superando anche i confini dell’Eurozona. Ma a differenza di quanto avvenuto negli ultimi due anni …