On. Ghizzoni, lei è il primo presidente di commissione del Pd, quali le priorità per il suo nuovo incarico?
Premetto che sono felice per la convergenza raggiunta dai gruppi parlamentari sul mio nome. La sostanziale unanimità che si è determinata consentirà di ricercare la più ampia condivisione sui tanti provvedimenti che dovremo affrontare in quest’ultimo periodo della legislatura: dalla scuola, ai beni culturali, allo sport, alla legge sullo spettacolo dal vivo, all’editoria. Tutte tematiche molto importanti che incidono fortemente sulle possibilità di crescita del paese.
La scuola, l’università, sui media si parla dei nostri ‘cervelli’ in fuga. Che cosa si puo’ fare, subito, adesso per arrestare il nostro impoverimento?
Occorre archiviare la stagione dei tagli indiscriminati a settori così fondamentali e prevedere un piano pluriennale di investimenti che possa aprire il nostro sistema della conoscenza. L’intenazionalizzazione è fondamentale, dobbiamo quindi prevedere politiche attrattive nei confronti dei giovani talentuosi non italiani e interventi concreti per trattenere i nostri. Si tratta in sostanza di invertire rotta rispetto ai tagli del passato e salvaguardare il grande investimento in conoscenza che altrimenti andrebbe disperso all’estero. Disinvestire in istruzione, università e ricerca è stato un vero e proprio suicidio. La prossima legge di bilancio dovrà sancire definitivamente questo principio.
La crisi, i tagli, i primi a cadere molte volte sono i settori culturali. Destino segnato?
La scelta dei tagli è stata una scelta politica, non certo tecnica. Si potevano raggiungere i medesimi obiettivi di bilancio con soluzioni diverse e soprattutto su altri capitoli di spesa. Ritengo irrinunciabile il potenziamento degli investimenti nei settori culturali: all’Italia di oggi spetta l’onere e l’onore di tutelare e valorizzare il proprio patrimonio culturale, storico e artistico. Anche perché ogni euro che verrà investito in questi settori avrà un elevato effetto moltiplicativo. Sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano che la cultura fa da volano a molti altri settori del nostro sistema economico. Potremmo veramente essere un modello da imitare. Ma questo è un discorso che va oltre il mio nuovo incarico. In ogni caso, non mancherò di stimolare il dibattito e il dialogo con il governo. Anche perchè le sfide che ci attendono sono moltissime.
Una in particolare?
Bhè vede, in questi giorni non si può non pensare a quanto dovremo fare per i territori colpiti dal terremoto. La commissione farà certamente la sua parte per aiutare e sostenere il governo nelle scelte per la ricostruzione del patrimonio storico artistico e dell’edilizia scolastica con l’ambizione, nell’ultimo caso, che a settembre l’anno scolastico possa iniziare regolarmente anche in quei territori. Io provengo proprio da quelle zone martoriate e sento un particolare senso del dovere verso quelle comunità.
Sentirà in commissione alte personalità della cultura per individuare non solo i problemi ma anche le soluzioni?
Le modalità di lavoro verranno condivise con tutti i gruppi, è chiaro però che il confronto con il mondo della cultura è, di per se, fondamentale e cercherò di stimolarlo anche per sanare la frattura che errare politiche del passato hanno indubbiamente creato. Peraltro non è una novità per la commissione cultura di aprirsi ai contributi esterni, all’ascolto delle opinioni dell’eccellenza del nostro paese.
Agenzia Dire
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